L'ultimo miglio per l'Ema e la business diplomacy
Il 20 novembre prossimo ci sarà il responso definitivo sulla possibilità concreta di portare l’Agenzia europea del farmaco a Milano
L’ultimo miglio lo stanno imboccando di corsa. Perché il 20 novembre prossimo ci sarà il responso definitivo sulla possibilità concreta di portare l’Agenzia europea del farmaco a Milano. Il mondo delle istituzioni, per una volta, sta remando tutto nella stessa direzione, lo abbiamo chiamato “il paradigma Ema”, e dovrebbe servire sempre. Il mondo dell’impresa fa pure la sua parte, e non solo per quel che riguarda i big, rappresentati da Diana Bracco, all’interno del coordinamento ristretto per la candidatura di Milano. Anche il resto del sistema sta giocando la carta della diplomazia economica per convincere gli indecisi: quei paesi che, non avendo chance, possono però condizionare l’esito della gara. Sono già una trentina le tappe bruciate dagli industriali lombardi per sostenere la candidatura di Milano. Dopo la Polonia e il Portogallo ora è il momento delle Repubbliche baltiche. Da Riga a Vilnius, un vero road-show di missioni di business diplomacy. “Vogliamo fare squadra e sostenere a un’unica voce la candidatura di Milano per Ema – ha spiegato Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda – Milano ha tutti i numeri per vincere questa sfida e, negli ultimi anni, ha dato prova di saper fare grandi cose”. Nella task force dell’economia lombarda che sta giocando le sue carte per Milano c’è Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio e della Camera di Commercio di Milano, Monza-Brianza e Lodi: “La capacità del mondo delle imprese milanesi di allearsi e fare squadra è un punto di forza per vincere la sfida di Ema e un segnale positivo per la città e il paese”. Se i colossi dell’impresa sono schierati da tempo, anche il mondo delle pmi e degli artigiani ha deciso di fare capillarmente la propria parte. “Oltre all’efficienza lombarda, conta anche la qualità della vita che Milano può offrire a chi verrà a lavorare all’Agenzia – dice Marco Accornero, presidente dell’Unione Artigiani”. La città, dunque, si è schierata al completo e ognuno manovra il suo remo. C’è anche FederModaMilano, col patron Renato Borghi: “Milano è tra le città che attirano di più i turisti da tutto il mondo, perché in casa nostra non c’è solo l’innovazione e la ricerca ma anche l’ospitalità, il buon gusto a tavola, e la bellezza che sa creare il mondo della moda”. Intanto si sono illuminati i palazzi del potere: i Giureconsulti, il Gio Ponti, i palazzi Turati e Castiglioni dove campeggia la scritta: “Milano: a bright new home for the European Medicines Agency”. L’ultimo miglio non è semplice, ma la strada è giusta.