La cauta battaglia per Euroclearing a Milano

Paola Bulbarelli

La partita è difficile, Londra tiene e Parigi è una calamita dotata di ragioni, ma l'assessore uscente all’Economia della Regione, Garavaglia è ottimista

E dopo Ema? L’obiettivo è riuscire a trasferire da Londra a Milano le attività di Euroclearing, il mercato dei derivati denominati in euro, una montagna di miliardi gestiti con annessi servizi di tipo legale per controllare il rischio sistemico, attività strategica gestita dal London stock Exchange. Un mercato da 570 miliardi di dollari di volumi giornalieri. In grado, secondo la società di consulenza Oliver Wyman, di far girare attorno a questo business fino a 54 mila posti di lavoro.

 

La sfida è aperta anche se i tempi non sono brevissimi, per la decisione finale si parla della fine del 2018 inizi 2019. Riuscirà Milano a battere Francoforte o Parigi e le loro certezze fiscali? C’è poi ancora la possibilità che la City di Londra continui a fare il proprio mestiere (le dispute sui contratti derivati ricadono sotto legislazione britannica). Ma la partita per candidare Milano a capitale finanziaria dell’Eurozona esiste, anche se se ne parla pochissimo. “Potremmo farcela a portare a casa un risultato positivo – spiega Massimo Garavaglia, assessore uscente all’Economia della Regione – quel che manca è un governo, ma bisogna darsi una mossa. Il problema è che il governo su questa partita non c’è”. Come vi state muovendo? “Era stata istituita una cabina di regia a Palazzo Chigi di cui facevano parte Regione, il comune di Milano, il ministero dell’Economia per spingere Milano quale piazza finanziaria su diverse partite, dato che dovrà spostarsi anche l’Eba, che andrà a Parigi”. Per Euroclearing c’è maggiore speranza che con Ema? “Riportare in Italia e in particolare a Milano la piattaforma per la trattazione di titoli obbligazionari europei, a cui partecipano più di mille operatori finanziari sarebbe naturale oltre che conveniente. Ricordo che Milano è la sua sede originale, qui è nata e successivamente è stata privatizzata nel 1998. Se dopo il 4 marzo ci sarà un governo tosto la partita Euroclearing si potrà rimettere in gioco”. Quali effettive chance ha Milano? “Il mercato si è mosso e si sta muovendo. Varie istituzioni bancarie hanno già messo sede a Milano indipendentemente dalle scelte di carattere politico nazionali e internazionali. La Borsa di Milano e quella di Londra sono nella stessa società per cui ci sono anche i presupposti sostanziali per portare a compimento l’operazione Euroclearing”.

 

La partita è difficile, Londra tiene e Parigi è una calamita dotata di ragioni, ma Garavaglia è ottimista. “La percezione che si ha della Lombardia fuori dall’Italia è decisamente migliore. Come piazza finanziaria Milano ha le carte in regola. Milano può competere, e sarebbe il minimo dopo l’operazione Ema. I paesi competitor sono Francia e Germania, che si stanno spartendo tutto con i paesi satelliti. Dipenderà molto dal prossimo governo”. 

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