Così Isola è diventata l'isola delle multe
E' il quartiere di Milano della gastro-movida, ma fa gola anche ai ghisa
E’ il quartiere della movida, dei ristoranti che spuntano a ogni angolo, dei locali di tendenza, della cucina multietnica che si unisce a quella tipica, milanese. E’ il quartiere nel quale almeno una volta al mese, ma spesso la cadenza è assai più frequente, apre un nuovo esercizio commerciale votato alla gastronomia. O cantine viti-vinicole. E ce n’è per tutti i gusti: messicano, ligure, orientale, siciliano, ricercato e alla mano. Insomma, non manca nulla, cucina veggie compresa. Per non parlare delle pizzerie gourmet che si trovano di fatto in quasi tutte le vie della zona. Al punto che laddove c’era una storica galleria d’arte presto aprirà un ristorante-pizzeria con nove vetrine, per dirla nel gergo del commercio. E dove è stato aperto da poco un pastificio tipico dal nome originale e ironico, Belìn, l’intercalare più tipico della parlata genovese. Ma senza stare a fare l’elenco della “spesa” – adesso il trend è quello delle pasticcerie in salsa francese – basti dire che la densità per metro quadrato è ormai più elevata di quella di ogni altra attività commerciale e forse ci sono più esercenti che residenti. Sicuramente, dall’ora dell’aperitivo a tarda sera, l’Isola, quartiere storico e dal passato non certo facile – era il quartier generale di Francis Turatello, giusto per dirne uno, e prima ancora di Enzo Barbieri, nonché uno dei “capoluoghi” della ligera cittadina – cambia faccia e si trasforma in una meta di pellegrinaggio d’arrivo. Molta strada fatta, da quando ci sbarcò il jazz del Blue Note e sembrava ancora una terra di frontiera. Ora non c’è sera che i locali della zona, grazie anche alla riqualificazione urbanistica che da oltre 10 anni ha coinvolto il quartiere, non siano pieni. E questo di fatto rende l’area di Milano una delle più vissute, vive e accese. Con tanto di problematiche connesse: provate a cercare un parcheggio dalle 19 in poi. La sfida è al limite dell’impossibile. Oltre che della legge, visto che ogni centimetro quadrato libero e disponibile viene occupato. Con forte dispiacere degli “isolani”, soprattutto di quelli che non hanno un garage di proprietà o un posto auto. Al punto che in Rete e sui social ormai è diventato un must lamentarsi del caos, del traffico, dell’impossibilità di tornare a casa o, peggio, di dormire. E non a mezzanotte, ma alle 2 di notte almeno.
Ma, a quanto pare, non sono stati gli unici ad aver da ridire per aver frequentato il quartiere lo scorso anno. Perché, vista la vastità del bacino e i numeri crescenti di presenze, a quanto pare anche i vigili urbani hanno deciso di concentrare la loro presenza in Isola. Non sempre, ovviamente, ma in una fascia oraria ben precisa. Secondo i primi dati non ufficiali che emergono dagli uffici comunali, nel 2017 delle oltre 4-4,5 mila multe comminate in tutta la Zona 9 di Milano, ben 3.200 stato state elevate in quartiere. Nella fascia oraria che va dalle 20.30 alle 23. Una media elevatissima, quindi, quasi da Guinness dei primati, perché concetrata in poco tempo. Come fossero dei blitz mirati. Ma del resto è quella la fascia oraria in cui l'Isola si trasforma, da quartiere storico e “di vicinato” a polo d’attrazione di mezza città. E nonostante questo boom di verbali nessuno si scoraggia o si tira indietro. Perché il trend pare proseguire anche in questo primo scorcio di 2018. Anche se ora pare che qualcosa possa cambiare. Visto che l’assessore all’Urbanistica, Pierfrancesco Maran, dopo anni di valutazioni e di confronti con i residenti e il Comitato di quartiere, ha definito il progetto per il rifacimento di una dei punti più “hot” della movida isolana, piazza Archinto, che taglierà parcheggi per far posto al verde e che cercherà di limitare al massimo l’invasività dei locali che stanno creando non pochi problemi in zona. L’Isola delle multe.