Perché tutti vorrebbero Beppe Bonomi
Potrebbe essere il nuovo ministro per le Infrastrutture. Fontana se lo vorrebbe tenere ben stretto ma potrebbe anche prendere il posto di Renato Mazzoncini alle Ferrovie
TOTOBONOMI - Impazza il totoministri a Roma, ma gli spifferi e i rumors agitano anche la manageriale piazza milanese (Piazza Affari a parte). Il governo si fa, chi ci va? Tre opportunità, si sussurra, aleggiano per Beppe Bonomi. Può andare a fare il ministro per le Infrastrutture. L’idea pare gli piaccia. Come gli piace rimanere in Arexpo, dove sta facendo proprio un bel lavoro. Certo, Attilio Fontana se lo vorrebbe tenere ben stretto. La terza idea è più ambiziosa: prendere il posto di Renato Mazzoncini alle Ferrovie. Il problema è che Mazzoncini è appena stato rinnovato e malgrado l’ostilità di Lega e M5s è ben saldo sulla tolda di comando. Certo, Beppe Bonomi potrebbe fare un gran lavoro, e fungere da “cerniera” proprio con Trenord, risolvendo così alla radice uno dei problemi principali di Fontana.
FONTANA IL PARSIMONIOSO - Il governatore l’ha dimostrato con Fnm, e lo farà con tutte le partecipate per le quali ha il controllo diretto: bisogna essere parsimoniosi. Così, replica quanto fatto dal sindaco Sala, e tira giù gli stipendi dei vertici. Pauperismo/populismo? Più che altro un segnale. Verranno destinati alle fragilità. Se volete, chiamatela politica.
FIERAMENTE FIERA - Fabrizio Curci presenta il piano industriale di Fiera Milano Spa. In sala c’è l’uomo del sindaco, Gianni Confalonieri, e il suo “protetto” Giovanni Gorno Tempini. Dice Curci: “L’internazionalizzazione è esigenza imprescindibile per crescere. Abbiamo oggetti perfetti a livello di fiere per la geoclonazione”. La Fondazione ci crede e mette 100 milioni di euro di investimento. Il titolo vola in Borsa.
SPOSTAMENTO PD-TETTONICO - La teoria delle zolle ha trasformato Pangea nei continenti. Roba grossa, rispetto alla deriva degli elettroni del Partito democratico. Chissà se lo scontro tra particelle genererà energia. Di certo dopo il voto negativo di un gruppo di ex renziani all’Assemblea stanno succedendo delle cose. I renziani puri, quelli che hanno votato sì, aspettano la prossima Assemblea per vedere se la frattura è consolidata. Intanto, gli emissari provano a riportare la provincia gallica ribelle sotto il controllo di Firenze. Ma il gruppo di 02Pd (che ha votato no) attende per capire che cosa succederà. Da una parte si prospetterebbe l’arrivo di Zingaretti, che sarà sicuramente appoggiato da Pierfrancesco Majorino e dalla sinistra del partito. Ma come faranno a convivere, se non nell’ottica di un modello Milano con aggiunta di vicinanza generazionale? Questione complicata. Per questo ad oggi quelli di 02Pd stanno alla finestra, come del resto quasi tutti. Trattasi della classica tattica della bella figa.
A’ LA REICHLIN - Carlo Cerami, avvocato intelligente della sinistra milanese, si sente un po’ come il partigiano Reichlin di fronte alle orde dei barbari carioca. “Su questo versante, paradossalmente, le distanze che hanno separato le diverse anime del Partito democratico avrebbero ragione di ridursi, a mio avviso, se tutti accettassero di mettersi in discussione. Di ricominciare a ragionare senza pregiudizi. Lo spazio politico lasciato libero da questa alleanza che si accinge a governare è immenso”, scrive Cerami. “Poi ci sarà la tattica, il modo di condurre – a mio avviso, senza sconti e senza tregua – l’opposizione, dove si troveranno fronti comuni con chi in Italia vorrà rappresentare le forze del popolarismo europeo, che ci troveremo mi auguro al fianco su alcune grandi battaglie di contrasto al rischio di involuzione autoritaria, giustizialista, protezionista, che vanno combattute insieme. E da cui potranno scaturire iniziative comuni. Un fronte di lotta, con le sue necessarie alleanze, si sarebbe detto un tempo, con linguaggio da riscoprire”. Nostalgia di quando le traiettorie venivano delineate dalle articolesse su Rinascita.