Tutta Milano in campo contro lo sfascio

Daniele Bonecchi

Sala, gli ex sindaci, Assolombarda e il mondo produttivo. Continuare con le riforme

Non usa giri di parole Beppe Sala: “La proposta di Carlo Calenda sul fronte repubblicano mi convince molto. E mi convince lui come uno dei protagonisti di una sinistra che sta provando a lasciare da parte qualche egoismo e collaborare. Quello che viene fuori dal pensiero di Calenda è che il Pd in sé non è sufficiente alla sinistra. Se vogliamo allargare i nostri confini dobbiamo cercare di parlare a tanti, confermando un credo di sinistra”. “Soprattutto in un momento in cui sembra che tutti stiano un po’ sbandando – sottolinea Sala – dobbiamo essere fermi nella difesa dei valori, in primis quelli democratici e repubblicani”. Mentre una manciata di sindaci della Lega, in Brianza, rimuove dagli uffici comunali la foto del Capo dello stato (poi costretti dal Prefetto a rimettere le immagini al loro posto), le parole di Sala fanno seguito a una lettera aperta a Sergio Mattarella degli ultimi otto sindaci di Milano – con Sala, Marco Formentini, Carlo Tognoli, Paolo Pillitteri, Piero Borghini, Gabriele Albertini, Letizia Moratti: un vero e proprio atto di fede nei confronti del Capo dello stato: “Per noi il ruolo del sindaco è innanzitutto di garante dell’unità e della coesione della nostra comunità, il che rappresenta uno degli elementi decisivi nel mantenimento di un solido tessuto democratico”. E ancora: “Per questo ci sentiamo in dovere di esprimere al presidente della Repubblica Sergio Mattarella la più ampia e incondizionata solidarietà e sostegno per l’azione di garanzia della Costituzione, dell’unità nazionale e degli impegni internazionali svolta durante tutto il periodo successivo alle recenti elezioni politiche. Al contempo, affermiamo con grande convinzione il nostro credo nei valori europei. Ritenendo assolutamente sbagliato anche il solo mettere in dubbio la partecipazione del nostro paese alla grande comunità europea, ribadiamo che Milano è e sarà sempre una città aperta e internazionale, rispettosa dei valori democratici e fiera di sentirsi profondamente italiana e europea. Milano non teme il cambiamento, anzi lo incoraggia, lo governa, lo vuole”.

 

Attilio Fontana, governatore della Lombardia, si tiene alla larga dalle polemiche e rilancia il fronte vasto dell’autonomia regionale. In campo per sostenere Mattarella anche imprese e sindacati. Mentre Massimo Bonini (Cgil) fa eco alle parole del sindaco Sala, su Facebook, postando “ancora una volta la città tenta di scuotere il paese. Costituzione, democrazia, unità, Europa e cambiamento. Occuparsi di tutti nell’interesse di tutti. Mi ritrovo totalmente nella strada indicata dal sindaco e soprattutto al richiamo di unità che oggi è più necessario che mai”, il mondo dell’impresa, seppure con toni diversi, prende posizione. Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda spiega su Repubblica che “il paese non si deve fermare, se continua l’incertezza ci sarà un’altra recessione”. E poi “deve continuare quel percorso di riforme necessario a far crescere la nostra economia più velocemente di quanto fatto fino ad oggi. Noi siamo cresciuti un punto in meno di Pil rispetto alla media europea. Dobbiamo recuperare un gap competitivo molto alto e proseguire con una seconda stagione di riforme. Altrimenti mettiamo a rischio la trasformazione tecnologica che stanno facendo le imprese per rimanere competitive sui mercati internazionali”. Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia rivolge un “invito, forte e profondamente sentito”, a “tutta la politica”, per “abbassare i toni, per recuperare il senso dello stato”.

 

Ma è la Milano produttiva – dalle Acli ad Assimpredil, da Assolombarda a Confartigianato, da Confcommercio a Confcooperative, fino all’Unione Artigiani, col sostegno di Cgil, Cisl e Uil – a spiegare che “tutto il sistema economico milanese ha il massimo rispetto per le decisioni prese dal Capo dello stato, la più alta figura istituzionale della nostra Repubblica, che tutti sempre devono tenere nella più grande considerazione”. Tutti, o quasi, col Presidente, in attesa di un governo o del voto balneare ma con la schiena diritta. 

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