L'equazione welfare-tecnologie che ci sta cambiando
Alla base della riforma sanitaria lombarda c’è una maggiore integrazione tra ospedale e territorio per gestire tutti i problemi delle cronicità, ma anche investimenti in tecnologie, nuovi macchinari ed edilizia sanitaria
Quando il welfare passa dallo smartphone vuol dire che siamo in dirittura d’arrivo, e a Milano succede spesso. Sbaglia chi fa l’equazione: benessere (welfare) uguale città della sofferenza. Welfare oggi è la parola magica che cambia profilo ai contratti di lavoro, sollecita la tecnologia a correre incontro ai cittadini, accompagna ciascuno di noi in metropolitana, dal medico o in ospedale anche quando non se ne sente il bisogno. Welfare e tecnologia stanno cambiando in nostro modo di vivere, e anche il volto di Milano e della Lombardia. Al punto che l’antica delega alla Sanità della Regione Lombardia, dopo la terapia d’urto dell’assessore Giulio Gallera, è diventata assessorato al welfare, in vista di un cambiamento del modello. Alla base della riforma sanitaria lombarda c’è una maggiore integrazione tra ospedale e territorio per gestire – con le tecnologie più moderne – tutti i problemi delle cronicità, ma anche investimenti in tecnologie, nuovi macchinari ed edilizia sanitaria. Perché i cittadini invecchiano di più e la sfida è prolungare un ruolo attivo per la loro vita.
Ma c’è altro. Alla Sanofi, azienda leader del settore farmaceutico, con uno dei quattro stabilimenti a Origgio (un tiro di schioppo da Milano), i sindacati hanno firmato un integrativo che punta sulla qualità della vita, a partire dalla salute. Dal check up completo gratuito a una sempre più flessibile gestione dei tempi di lavoro, attraverso un piano di welfare modulare e personalizzabile. L’accordo riguarda oltre 1.000 persone dell’organizzazione commerciale di Sanofi in Italia e comprende anche il personale degli uffici di Milano. Si tratta di welfare integrativo personalizzabile direttamente dal collaboratore. Il dipendente gestisce la propria quota annuale di benefit autonomamente attraverso un portale online; la scelta può riguardare svariati servizi e prestazioni: assistenza di famigliari anziani o non autosufficienti, baby-sitting, previdenza integrativa, assistenza sanitaria, spese d’istruzione e formazione linguistica, benessere, intrattenimento e tempo libero, buoni spesa o carburante. E, a proposito di buoni pasto (un mercato che in Italia vale circa 3 miliardi, lo 0,72% del Pil, 190 mila posti di lavoro), proprio a Milano sono stati celebrati gli “Stati generali dei buoni pasto” dall’Anseb, l’associazione nazionale di categoria, per un fenomeno che riguarda circa 2,4 milioni i lavoratori, di cui 1,6 ml nel settore privato e 900 mila nel pubblico. Per Emmanuele Massagli, presidente Anseb, “i principali centri di ricerca dedicati al welfare confermano come il buono pasto sia benefit preferito dai lavoratori. La defiscalizzazione fino a 7 euro del voucher elettronico, entrata in vigore tre anni fa, sta conseguendo i risultati sperati: tecnologia dei servizi, diminuzione degli abusi, velocizzazione dei tempi di pagamento agli esercenti, maggiore reddito in tasca ai lavoratori”.
Poi c’è il sistema mobilità (con un click) che, accanto alle decine di offerte che attraversano i sistemi individuali (dal car al bike sharing) ora arriva fino alla metropolitana, che di recente ha sposato il sistema contactless. La trasformazione digitale del trasporto pubblico milanese infatti è a un punto di svolta nell’ambito delle modalità di ticketing. Atm è la prima azienda in Italia e tra le prime dieci al mondo ad offrire ai propri passeggeri la possibilità di viaggiare in metropolitana accedendo direttamente con le carte di pagamento contactless abilitate con la tecnologia EMV, senza commissioni aggiuntive, grazie alla collaborazione di Mastercard e Visa. Il sistema contactless a Milano, che nella fase di sperimentazione iniziale interessa la rete metropolitana, rappresenta un passo fondamentale della digital transformation. Oggi – spiega Atm – la capacità di integrazione tra i sistemi informatici e l’adozione di tecnologie all’avanguardia confermano la scelta dell’innovazione al servizio dei viaggiatori. Un percorso iniziato già nel 2015 con il processo di smaterializzazione dei biglietti acquistabili via sms, App (QRcode). Anche gli aeroporti stanno cambiando la politica dei servizi. Sea, che gestisce anche Malpensa e Linate, ha stretto un accordo con Sia e Ubi Banca che consente di pagare con lo smartphone la sosta ai parcheggi P2 e P3 dell’aeroporto di Milano Bergamo, grazie al servizio Jiffy che associa il numero del cellulare alla targa del proprio autoveicolo. Si tratta del primo caso in Italia. E se fino a qualche tempo fa l’immagine degli over 65 era quelle di persone che hanno già vissuto, non sempre in grado di avere ancora un ruolo attivo nella società e in ogni caso in difficoltà con l’éra digitale, questa fotografia risulta oggi sfuocata. Secondo l’Istat, gli over 65 sono circa 13.672.000, pari al 22,6% della popolazione attuale, e sono destinati a crescere (34% entro il 2050), ma sono molto cambiati rispetto ai loro coetanei di soli vent’anni fa. Anziani digitali dunque, una categoria sempre più smart nei confronti di internet, dei social network e degli smartphone, con il 66,2% che dichiara di utilizzarli in modo autonomo e il 57,1% che ha particolarmente apprezzato il loro avvento: li rende meno isolati, senza bisogno del “Ministero della Solitudine”.