Come si sta muovendo la politica in Lombardia
Il pensatoio di Sala, i pontieri per Salvini, beghe di nomine, di nomi e altri busillis politici
IDEE NEL FRULLATORE - Nel giro dei democratici riformisti milanesi è già una star Marco Bentivogli, il segretario generale della Fim-Cisl che lunedì sera, insieme a Tommaso Nannicini per la moderazione di Dario Di Vico, ha invaso di idee il circolo della Pallacorda. Qualche esempio? Il salario minimo universale, gli incentivi per il tempo indeterminato, un welfare state migliore per gli autonomi, il reddito di inclusione potenziato e migliorato. Insomma, roba de sinistra. Qualche idea nel frullatore non fa male (ce lo spiega di persona anche qui nell’articolo a fianco).
THINK TANK SALA - La notizia sta girando, ma non si capisce bene quale sarà il punto di caduta: Beppe Sala potrebbe aggregare un gruppo di persone per “ragionare” della situazione politica attuale. Una sorta di think tank per “rifornire” il serbatoio del Pd (un po’ scarico in verità” di idee nuove e programmatiche. Si farà? Rimarranno solo rumors sulla carta? Difficile dirlo. Ma se ne ragiona, ed è già qualcosa.
NOMI E NOMINE - Forza Italia ha qualche problema, dalle parti della Regione Lombardia. Manca infatti “l’uomo delle nomine”. Ovvero quello che segue tutte le partite, tutte le scelte per le poltrone che contano. Per lungo tempo, in via informale ma assai informata, l’incarico se lo era preso sulle spalle Loris Zaffra, antica gloria socialista, uomo di fiducia e di larghe relazioni. Ora, invece, c’è il vuoto. Così, capita che la Lega sia furibonda con il presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi sulla vicenda del segretario generale del Consiglio, e che si sia arrivati a una sorta di stallo che sta mettendo in difficoltà la maggioranza su tutta la partita delle nomine, che arriverà nel vivo (come da ottima tradizione) proprio poco prima della pausa estiva.
IL PONTE DELLA BECCA - Viviana Beccalossi è una tipa tosta, e questo lo si sa. Da vicepresidente di Regione Lombardia, a suo tempo, faceva da contraltare al Celeste Roberto Formigoni. Poi gli anni da assessore con Maroni, e infine la battaglia per entrare in giunta per con Fontana. Battaglia persa, con danni conseguenti. Uno di questi è l’uscita da Fratelli d’Italia, dove è tornato in sella sant’Ignazio La Russa, più forte che mai, ma anche con enormi mal di pancia nel partito milanese e lombardo. Così la bresciana di ferro, ha pensato bene di farsi ponte, tra Matteo Salvini e la destra italiana. Per esempio, ci sono Mario Landolfi, l’ex parisiano Daniele Nava, Massimo Corsaro e una quarantina di firme sotto un documento politico articolato, che di fatto parte da una considerazione: l’alleanza tra Lega e M5s non può e non deve essere organica, ideologica. Quindi, per scongiurare la formazione di un blocco “populista” che di fatto rottami la politica economica portata avanti tradizionalmente dal Pdl, e considerata la debolezza di Forza Italia e di Fratelli d’Italia, ci vuole qualcosa di nuovo. Che cosa? Un partito. Ambizioso? Forse. Vincente? Chissà.
LA FIGLIA DI MARIO - Dalle parti del Pirellone spesso si vede Mario Mantovani in compagnia di Daniela Santanché. Del resto, l’ex assessore alla Sanità, ancora sotto processo, è uno che non molla. Tanto più che, dopo l’uscita da Forza Italia e l'ingresso in Fratelli d’Italia, ha quasi fatto il colpo grosso: far eleggere la figlia alla Camera. Quasi, perché a spalancare le porte a Lucrezia Mantovani saranno le dimissioni presentate da Guido Crosetto. Dimissioni presentate ma non votate. E c’è chi giura e spergiura che lo stesso Crosetto abbia chiesto ai “colleghi” di non votare o di votare contro, in modo da rimanere in carica. Difficile capire che cosa succederà, ma c’è già chi ricorda di Giuseppe Vacciano, il “povero” parlamentare pentastellato che è rimasto in carica per quattro anni dopo la presentazione delle sue dimissioni. Presagi nefasti per Mantovani?
RIDER E PEDALARE - Comune e sindacati fanno curve diverse. Il Comune di Milano ha inaugurato ieri un proprio sportello “dedicato all’ascolto, alla formazione e alla consulenza sui temi della sicurezza stradale e dei diritti del lavoro”, rivolto esclusivamente ai rider delle piattaforme di food delivery. Prima iniziativa del genere in Italia. Era anche previsto un incontro tra Comune, piattaforme, rappresentanti dei rider, associazioni di categoria e sindacati. Ma proprio i sindacati hanno disertato, lamentando scarsa concertazione con il Comune: “Avevamo avanzato la proposta di uno sportello che facesse rete con i nostri ma il Comune ha deciso di andare avanti per la sua strada!, il commento del segretario generale della Cgil Milano, Massimo Bonini.