La più grande riqualificazione urbana di Milano sta per partire davvero
Il progetto di valorizzazione territoriale è uno dei più grandi d’Europa e coinvolge sette scali: Farini, Greco-Breda, Lambrate, Porta Romana, Rogoredo, Porta Genova e San Cristoforo
Miracolo a Milano. Gli scali ferroviari dismessi – dopo il lungo dibattito sul loro futuro e l’avvio al rallentatore dei masterplan – potrebbero avere una seconda vita. Per due motivi: l’arrivo dell’accademia di Brera allo scalo Farini e il colpo di coda di Milano olimpica, dopo il de prufundis del sottosegretario Giancarlo Giorgetti che ha archiviato la terna con Torino, sostituendola con l’abbinata Milano-Cortina. Perché proprio allo scalo Romana potrebbe nascere la cittadella olimpica. Sono in molti a chiedersi però se sul futuro del mega progetto delle aree ferroviarie dismesse si stiano addensando le nubi, dopo il cambio della guardia ai vertici di Fs. “Ma il nuovo ad di Fs è Giancarlo Battisti – dice l’assessore all’Urbanistica del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran – fino a ieri ai vertici di Sistemi Urbani, la società del gruppo che ha firmato con noi l’intesa sugli scali, e questo mi pare un segnale positivo”.
Il progetto di valorizzazione territoriale è uno dei più grandi d’Europa e coinvolge sette scali: Farini, Greco-Breda, Lambrate, Porta Romana, Rogoredo, Porta Genova e San Cristoforo. L’obiettivo è quello di cambiare volto alla città che guarda ai prossimi decenni, migliorare la viabilità, aumentare la sostenibilità ambientale, senza trascurare gli insediamenti di terziario e housing sociale. Oltre 675 mila metri quadri sono destinati ad aree verdi e spazi pubblici: il 65 per cento della superficie territoriale. Un parco di 300 mila metri quadri sarà realizzato allo Scalo Farini, un altro di 90 mila metri quadri sorgerà a Porta Romana, mentre un’oasi naturalistica di 140 mila metri quadri occuperà interamente lo scalo di San Cristoforo. Nell’accordo rientra anche la realizzazione di una Circle Line, ossia un semi-anello ferroviario che attraverserà la città a Sud, Est e Nord.
“La Circle Line è collegata ai fondi dell’iniziativa – spiega Maran – 50 milioni delle plusvalenze dell’accordo sono destinate a questo progetto. Nel frattempo sono in corso gli studi per approfondire il tutto. Ci sono opinioni differenti sul servizio da erogare tra Regione Lombardia e Comune. Noi continuiamo a pensare che sia una metropolitana urbana, mentre il Pirellone pensa a un servizio regionale, ma troveremo una soluzione”. Molti riflettori sono puntati sullo scalo Farini (60 mila mq), ceduta al fondo sovrano di Abu Dhabi per 70 milioni di euro. Sono stati formalizzati gli accordi tra Fs Sistemi Urbani, Comune di Milano e Accademia di Brera per trasferirvi una quota consistente delle attività d’insegnamento recuperando un edificio di 15.000 mq già esistente, la ristrutturazione del quale è stata affidata al Politecnico, a cui se ne dovranno aggiungere altri 15.000 di nuova edificazione. “Le ferrovie hanno presentato a luglio tutte le carte per indire la gara relativa al masterplan di progettazione. Brera si è impegnata a insediarsi nella struttura già nel corso di quest’anno scolastico. E’ un segnale importante anche perché, abitualmente, prima arrivano gli investimenti e poi i servizi. Qui accade l’inverso, prima arrivano i servizi, il parco e poi la parte edificata tutto attorno”, spiega Maran.
Lo scalo di Greco (62 mila mq) è in una zona strategica nel nordest di Milano, in corrispondenza della stazione ferroviaria Greco-Pirelli, a 6 minuti dallo snodo di Porta Garibaldi. Prevede un intervento di edilizia residenziale sociale, compresi gli alloggi per studenti, aree verdi e i servizi necessari. “E’ molto avanti – insiste Maran – e con un dispositivo di cessione nell’ambito del bando Reinventing Cities. E’ molto interessante la procedura che assegna la valutazione principale alla qualità ambientale del progetto e non al rilancio economico. Si è chiusa la prima fase, siamo alla seconda, selezionati tre soggetti nel gennaio prossimo sarà scelto il vincitore che sarà il nuovo proprietario dello scalo di Greco, il primo a partire. Mentre per lo scalo Romana una parte del ragionamento è legata a doppio filo all’evoluzione dell’avventura olimpica di Milano, perché su quell’area potrebbe trovare spazio la cittadella dello sport (destinata a ospitare gli atleti, ndr)”. L’area più complessa è quella di porta Genova “perché va trasferita la stazione ferroviaria, subito dopo l’apertura di quella a Tibaldi. Stiamo aspettando dalle Ferrovie il progetto esecutivo e il bando di gara”. E a proposito di Ferrovie dello Stato, se è vero che Giancarlo Battisti è stato promosso capo azienda, resta da capire se il governo carioca, tanto attento alla cura del ferro, manterrà gli impegni della Sistemi Urbani, che non disdegna il cemento. Anche perché proprio la valorizzazione delle aree dismesse potrebbe aiutare il ferro a crescere. “Spero che per la fine del mandato il programma di riutilizzo delle aree ferroviarie sia avviato, soprattutto sullo scalo Farini. E’ un sistema che guarda alla Milano del 2030 più che a quella del 2020. Ci sono tutte le condizioni per vedere le gru in piedi alla fine del nostro lavoro”, conclude Maran.