Il presidente uscente della fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti (Foto Imagoeconomica)

Tutta la città ne parla: chi va a Fondazione Cariplo?

I (troppi) nomi per la cassaforte del no profit. Ma il regista è Guzzetti. I due player che contano

"Ma chi va al posto di Guzzetti?”. È la domanda di fine anno. Redazioni di giornali, ambienti politici, associazioni culturali, fondazioni non profit e i palazzi del potere milanese sono lì in attesa, vogliono capire che si siederà sulla poltrona ambitissima della Fondazione Cariplo, occupata dal 1997 dal presidentissimo Giuseppe Guzzetti, avvocato, ex presidente della Regione, ex senatore della Dc, uomo di grande levatura morale ma tuttora di attentissima attenzione al potere temporale. “Ma chi va al posto di Guzzetti?”. Parli con un medico impegnato nel sociale ti fa un nome, ma chissà dove l’ha sentito. Parli con l’opinionista di un giornale importante fa un altro nome, ma chissà dove l’ha sentito. Parli con il docente universitario e ti spara un altro candidato.

 

È il calciomercato, da molti mesi, nonostante la super riservatezza della Fondazione Cariplo, Guzzetti in testa, e le blindatissime regole di successione. “Nella rosa c’è Letizia Moratti”. “Ma no, Luca Vago (l’ex rettore della Statale, ndr.) è messo bene”. “Anche Grandi corre, il supermanager di Banca Intesa”. “Ma no, esce Gorno Tempini, quello della Fiera”. Mesi fa si era fatto il nome anche di Bobo Maroni, subito tramontato. Invece l’ipotesi Ferruccio de Bortoli  è lì: a Milano il nome di De Bortoli gira sempre. (Ora si vocifera anche alla direzione di Repubblica, per dire il gossip). Per ora fa il presidente di Vidas e questo lo può aiutare a scalare la Fondazione Cariplo.

 

Nomi, sussurri, convinzioni fantasiose. Ma non conoscono Giuseppe Guzzetti, pronto con la sua terna di candidati, ma anche pronto a un confronto con i veri grandi elettori, chiamiamoli così, in questo caso il sindaco di Milano, Beppe Sala e il presidente della Regione, Attilio Fontana. Ma più Sala che Fontana. È da questi incontri che uscirà l’uomo che dovrà gestire un bilancio da otto miliardi all’anno e una grande macchina di scelte e influenze. In assoluta trasparenza, senza privilegiare nessuno e soprattutto, capace di stare lontano dalla politica, o meglio, dai politici. Guzzetti in questi anni ha costruito una Fondazione Cariplo efficiente, con i conti a posto e una squadra competente. Fondazione Cariplo e il più importante ente filantropico d’Italia con più di mille progetti all’anno realizzati grazie ai contributi a fondo perduto. Dal 1991 ad oggi sono stati sostenuti oltre tremila progetti di organizzazioni non profit, pari a quasi 3,2 miliardi di euro. Per arte e cultura più di mille milioni, per i servizi alle persone anche, per la ricerca scientifica 472 milioni e per l’ambiente 178 milioni. Lì in via Manin, sede della Fondazione, girano i soldi, tanti. Bisogna spenderli bene.  Ma nessuno parla.

 

Solo Guzzetti sa. E, più o meno, l’identikit del suo successore potrebbe essere questo: sui sessant’anni, uomo o donna è indifferente, capace di dire dei no e, soprattutto, capace di gestire il patrimonio della Fondazione con un occhio alla macchina filantropica ormai oliata a dovere. Il profilo? Deve essere basso, assicurano chi conosce bene Guzzetti. L’invito è dunque a non pensare a nomi altisonanti, ma a chi sa far di conto. Un’altra cosa da tenere presente è questa: Guzzetti vorrebbe un presidente scelto all’unanimità. Sbagliato contarsi per una figura al di sopra delle parti. Ricucire, poi, potrebbe diventare un problema. Puntare, quindi, sulla competenza.

 

Intanto la macchina elettorale si è messa in moto. Il 30 aprile si voterà  il bilancio consuntivo 2018 e subito dopo si dovrà eleggere il presidente della Fondazione. Stanno arrivano le terne di candidati scelti dalle Province  lombarde, dalle Province di Novara e Verbania. Poi la Città metropolitana di Milano con  le associazioni culturali, il Forum del sociale, la conferenza dei rettori milanesi. Arriveranno sul tavolo di Guzzetti  più di ottanta nomi. Si passerà il mese di gennaio per stabilire l’eleggibilità, i requisiti e le competenze dei candidati. Dal setaccio usciranno 25 nomi, ma bisogna arrivare a 28 membri. Gli ultimi tre spettano per Statuto a Giuseppe Guzzetti. Azzardiamo: in quei tre nomi o in quelli del sindaco Sala uscirà il nuovo presidente della Fondazione. Per la prima volta la Commissione centrale di Beneficenza avrà 28 membri, anziché i 40 attuali. Giuseppe Guzzetti completerà la Commissione solo a marzo con i suoi tre candidati. Tre nomi pesanti. Bisognerà attendere ancora.

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