Una serata al Cenacolo Artom
L’instancabile “ondeggiatore” Arturo Artom è l'unico che riesce a riunire una parata di nomi stellari sotto il proprio marchio in casa d’altri
Cicip e ciciap. Poi uno potrà dire di Arturo Artom quello che vuole, però non è da tutti riunire una parata di nomi stellari sotto il proprio marchio in casa d’altri. Lunedì sera, mentre la Milano “d’un certain ton” si riuniva nella casa di Furio Garbagnati, raffinatissimo comunicatore e lobbista, la Milano che vuole contare accorreva invece al Cenacolo Artom organizzato come ogni mese dall’instancabile “ondeggiatore” (copyright Il Foglio di un paio di anni fa), che negli uffici di Francesco Micheli ha invitato a parlare di sé e dei propri successi Davide Oldani, il direttore di Brera James Bradburne e Andrea Bocelli. Le chiacchiere vere, però, erano tutte concentrate sull’uomo con lo Steinway nello studio, Francesco Micheli, in questi giorni agitato e attivo come non mai: il finanziare fortissimamente spera che dalla querelle montata dai leghisti attorno all’elargizione saudita ai fondi scaligeri esca finalmente nel 2020 la nomina a sovrintendente per lui.