La locomotiva Lombardia va: Fontana annuncia 161 nuovi treni
Il governatore è soddisfatto per lo sblocco di Pedemontana, l'autostrada che divide Lega e M5s
Eppur si muove: il sistema ferroviario della Lombardia. Uno dei punti infiammati del sistema nevralgico di una delle aree più popolate e interconnesse d’Europa. Eppure in sofferenza. Dopo la fase dell’incazzatura dei pendolari per le soppressioni e i ritardi, quella dell’emergenza con i bus al posto dei treni per recuperare le soppressioni, ora, finalmente, la Regione guidata da Attilio Fontana sta iniziando a mettere sulle rotaie roventi di Trenord 161 nuovi convogli. Certo ci vorrà tempo ma il governatore, ieri, davanti alla storica stazione di piazza Cadorna, ha potuto dire: “Siamo partiti con l’assunzione e la formazione di nuovo personale e oggi vediamo il primo dei 100 ‘Caravaggio’ che entreranno in servizio dalla prossima primavera fino al 2020. A questi, aggiungeremo poi altri 61 treni, di diversi modelli, che abbiamo acquistato con un investimento di oltre 1,6 miliardi di euro. Rinnoveremo completamente la flotta, così da arrivare ad avere treni con un’età media di circa 12 anni”.
Fontana ha sottolineato anche l’accordo con RFI – fondamentale per garantire la sicurezza della rete dopo gli incidenti di Pioltello (grave) e Inverigo (più lieve solo nel numero delle vittime) – che, in 7 anni, investirà sulla rete 14 miliardi di euro. “Sono convinto – ha aggiunto – che in pochi anni la Lombardia sarà in grado di erogare un servizio in linea con le aspettative dei nostri pendolari”. Si tratta di convogli a doppio piano, bidirezionali, a composizione bloccata, a trazione elettrica. Sul fronte tecnologie e sicurezza, i vagoni sono dotati di illuminazione led, wi-fi, prese per corrente e Usb, sistema di informazione per i passeggeri. I convogli (giurano i tecnici) saranno inoltre equipaggiati del più moderno e avanzato sistema di sicurezza che, oltre a garantire elevatissimi standard, permetterà di incrementare la capacità di traffico sulle linee ferroviarie.
Ma non è tutto sul fronte della mobilità, perché, complice la campagna elettorale, Fontana ha annunciato anche lo sblocco di Pedemontana, l’autostrada che divide i due partner di governo (Lega e M5s) infatti “registra la chiusura del contenzioso, una buona notizia – insiste il governatore lombardo – ed è un segnale di buonsenso. È il via libera per la predisposizione del bando di gara per il nuovo lotto dell'opera. Un'infrastruttura necessaria ai cittadini e alle imprese che dovrà rispondere ai criteri di trasparenza e sostenibilità”. “Per la Regione – ha sottolineato il presidente – completare la Pedemontana è una priorità, lasciarla così sarebbe di nessuna utilità e uno sfregio per le risorse pubbliche. Voglio inoltre ricordare -– ha concluso – che nella prima richiesta di interesse che avevamo fatto circa sei mesi fa ben 11 società private si erano dette disponibili a partecipare a un’eventuale gara”.
Dunque col completamento di Pedemontana il quadro delle grandi opere lombarde si compone. È dello stesso avviso il presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti, grande supporter delle infrastrutture, che dice “sì alla realizzazione della Pedemontana Lombarda e della superstrada Vigevano-Malpensa, sì al potenziamento dei porti, sì allo sviluppo del sistema aeroportuale del nord Italia, sì agli investimenti nell’innovazione dei servizi per la mobilità e soprattutto sì alla messa in sicurezza dei ponti”, senza dimenticare la Tav naturalmente. Restano invece aperti i problemi collegati all’integrazione tariffaria, perché, dopo lo scontro con la Regione, il Comune di Milano ha deciso di fare da sé. L’accelerazione di Beppe Sala porterà ad una integrazione dei ticket nella città metropolitana, rivedendo lo schema tariffario e portando il biglietto ordinario, da luglio, a 2 euro, treni esclusi. La Regione, che ha la regia delle tariffe e distribuisce le risorse per il trasporto pubblico locale, sta a guardare. Per ora nessuno parla di sanzioni. Dopo il voto europeo si vedrà.