(Foto LaPresse)

Il design fa un pelino nouveau riche

I mobilieri del Salone hanno cenato tutta la settimana su una tavola imbandita sul palcoscenico della Scala

Cicip e ciciap. Per tutta la Design Week, il sovrintendente del Teatro alla Scala Alexander Pereira ha tenuto tavola imbandita sul palcoscenico della Scala, uso settecentesco ripreso negli anni Ottanta del secolo scorso da Barbara Vitti Volpi, l’antesignana mai troppo rimpianta di tutte le pr del lusso (è solo grazie a lei e alla sua amicizia con Carlo Fontana se la Prima del 7 dicembre si tiene alle 6 e non più alle 8 di sera, permettendo a tutti di correre alle cene, che per la maggioranza rappresentano la parte interessante della serata).

 

Lunedì sera vi hanno cenato i mobilieri del Salone capitanati dal patron di Kartell, Claudio Luti, esausti e circospetti dopo aver applaudito i “Quadri” di Musorgskij con un fuori tempo così totale da apparire voluto. Mentre giovedì vi si sono accomodati i duecento ospiti della serata “Opera Dance” a sostegno degli strepitosi “Woolk works” di Max Richter interpretati da Alessandra Ferri su coreografia di Wayne McGregor. “Questo balletto è uno spartiacque”, ha detto l’étoile, ben conscia della difficoltà di liberare il corpo di ballo della Scala dall’eterna eredità di Balanchine e dei jetés modello Bolshoi. Per l’occasione, la vicepresidente di Milano per la Scala Margherita-Marion Alberti de Mazzeri, fanatica di balletto, ha voluto una scenografia très classique e molto bucolica. Il design fa un pelino nouveau riche.

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