Cristina Rossello (seconda sinistra) in prima fila accanto ad alcuni dirigenti di FI tra cui Mariastella Gelmini, Adrian Galliani e Paolo Romani (Foto LaPresse)

Cristina Rossello, l'avvocato giusto per Forza Italia a Milano

Fabio Massa

La “civil servant” scelta da Berlusconi per riportare ordine dopo le inchieste milanesi

Ci sono esperienze di vita che fagocitano tutto, come lune di pianeti troppo grandi. Così, l’avvocato Cristina Rossello è diventata, inevitabilmente, l’avvocato del divorzio di Berlusconi. Solo che lei non fa la divorzista. E prima di essere l’avvocato di Silvio Berlusconi, per oltre trent’anni, è stata molto altro. E pure dopo, visto che è diventata parlamentare e adesso è la nuova coordinatrice cittadina di Forza Italia al posto di Fabio Altitonante, il consigliere regionale ed ex sottosegretario finito nella nota inchiesta. Mariastella Gelmini ha voluto dare un segnale e rispondere a una oggettiva necessità del partito, che annaspa: esigenza di strutturare (o di ristrutturare). Tanto più che quel posto di coordinatore cittadino, era conteso da molti. E dunque è arrivata lei.

  

 

Ma chi è costei? La prima definizione che viene in mente è “civil servant”. Definizione abusata, e anche abbastanza usurata. Ma si attaglia. Quel che colpisce, è che l’avvocato Rossello parla a bassa voce. Entra nelle frasi in punta di piedi e ci resta il meno possibile, concisa. Di origine ligure, vive e lavora a Milano da 30 anni, dove ha il suo studio di avvocato patrimonialista (le altre sedi a Roma e a Bruxelles). Fattura tanto, sì. Si sbatte anche di più. “Vengo da una famiglia normale, normalissima. E tutto quello che ho, l’ho fatto da me”, racconta al Foglio. Self-made woman. Precisa. Poche frasi salienti. “Vivo del mio lavoro“. “Ho esperienza di commissariamenti e di amministratori giudiziari, di beni confiscati alla mafia. Essendo patrimonialista, ne ho viste tante e la mia priorità è assicurare la regolarità“. Piccolo programma politico di governo cittadino: “La situazione è delicata perché è un evento complesso (l’inchiesta, ndr) e credo che i coinvolti avranno modo di spiegare. Le parole più giuste sono quelle dell’onorevole Gelmini: dobbiamo assicurare alle persone la possibilità di difendersi. Ma allontanare da noi ogni deviazione. Ed essere severi con chi ha sbagliato. Chi non l’ha ancora capito lo capirà”. E il partito deve andare avanti. Dunque l’imperativo di cui sopra: assicurare la regolarità con una persona dalla “solida schiena professionale”, come da comunicato del coordinatore lombardo Mariastella Gelmini.

 

Fa volontariato con gli anziani, la Rossello. Ma sono cose private, e non dice dove: “Queste sono cose che non si mettono in piazza, per favore”. Il resto, i dati professionali, sono pubblici. Ecco perché si definisce civil servant: non ha certo bisogno del Parlamento per sbarcare il lunario. “Però guardi per favore le cose che ho fatto alla Camera”, chiede. Guardiamo: equilibrio dei sessi nel Csm e nelle quotate, disposizioni in materia di videosorveglianza negli asili, diritto di difesa, cyberbullismo, sport e disabili, credito d’imposta al femminile. Dove è cofirmataria, lo è quasi sempre con una donna: Gelmini ovviamente, ma anche Ravetto, Versace, Zanella. “È umile come lo è una militante”, chiosa Gelmini. Il problema è che adesso deve coordinare. E non è la stessa cosa. Il partito si prepara alla mazzata delle Europee. Non si sa se sarà quella definitiva, quella che azzera tutto. Certo è che l’ultimo bastione, Milano, è al momento terremotato. Della corrente di Tatarella e Altitonante, rimane il livello più basso, il presidente del municipio di Zona 7 Marco Bestetti. Un tempo tra i favoriti di Berlusconi, oggi chi lo sa. Lei deve garantire la regolarità delle operazioni. E – ci si permette di aggiungere – la continuità. Cosa niente affatto scontata. 

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