Lo stand di Motor K a una fiera (Foto presa dalla pagina Facebook dell'azienda)

MotorK, la scale up dell'automotive digitale milanese che si compra la Francia

Mariarosaria Marchesano

L'azienda milanese attiva nel mercato online delle automobili è un'eccellenza italiana. Parla l'amministratore delegato

In una settimana storica per il settore auto, in cui Fiat Chrysler e Renault hanno gettato le basi per dar vita al terzo produttore del mondo, una piccola società di Milano, specializzata nell’automotive digitale, ha annunciato di aver acquisito un’azienda francese che fa praticamente il suo stesso mestiere, realizza cioè tecnologie per le piattaforme internet che oggi sono utilizzate dal 93 per cento di chi desidera acquistare o affittare un’automobile. “Alla fine si finisce sempre per passare dal concessionario o da un rivenditore, ma il primo approccio è sempre online”, dice Marco Marlia, classe 1979, amministratore delegato di MotorK, azienda “fondata otto anni fa in una mansarda della Brianza”, come racconta lui stesso al Foglio, “i miei colleghi della Bocconi andavano a lavorare nelle grandi banche d’affari, ma io rimuginavo sull’idea che il futuro delle quattro ruote sarebbe stato legato ai canali internet, non tanto per la vendita diretta, ma per la possibilità di comparare prodotti, chiedere preventivi, prenotare un noleggio. Con altri due soci abbiamo dato il via a una start up con enormi sacrifici e mai avremmo immaginato una crescita così rapida”.

 

MotorK, pluripremiata a livello europeo con un obiettivo di fatturato per il 2019 di 40 milioni di euro, ha sede a Lambrate, nel vecchio stabilimento della Brionvega, un gruppo che ha fatto la storia nel campo del design applicato ai prodotti tech. Quasi un segno del destino, di affinità di un percorso industriale in cui l’innovazione tecnologica è dominante, ma lo è anche la capacità di intuire dove va il mercato dell’auto a cui restano saldamente ancorati Marlia, Fabio Gurgone e Marco De Michele, i tre soci fondatori, tutti milanesi di prima generazione con genitori trapiantati da varie regioni del Sud Italia (al gruppo storico si è aggiunto più di recente l’agrigentino Tommaso Parisi). “Sono arrivato a Milano che avevo sei mesi, essendo nato a Salerno da genitori campani”, racconta Marco, “con i miei soci ho condiviso le comuni origini e la passione per il digitale e l’informatica, anche se ho avuto una formazione finanziaria. Quello di cui vado più orgoglioso oggi? È il fatto che MotorK sia l’azienda digitale europea con il più grande dipartimento per ricerca e sviluppo più grande, un gruppo di lavoro che continua a crescere anche grazie alla legge sul rientro dei cervelli. In effetti, all’estero ci sono italiani che hanno fatto esperienze molto interessanti, farli tornare è un affare per tutti”, prosegue Marco.

 

L’azienda di Lambrate conta in tutto 337 dipendenti e continua ad assumere. “Mia madre è molto contenta quando gli dico che prendiamo a lavorare nuove persone, da donna del Sud per lei è una soddisfazione. Eppoi, non potremo mai dimenticare che all’inizio è stata durissima”. L’amministratore delegato di MotorK, nonostante i numerosi riconoscimenti internazionali, come il fatto di essere stato selezionato dalla Banca europea degli investimenti per un finanziamento di 30 milioni di euro destinato a potenziare ulteriormente l’unità di ricerca e sviluppo, e nonostante nella sua idea abbiano creduto grandi fondi d’investimento che due anni fa hanno deciso di partecipare al capitale con 10 milioni di euro, parla con grande cautela del futuro.

 

MotorK è appena entrata nella classifica delle più promettenti 50 scale-up europee (società che sono un gradino più elevato delle start up) ed è stata candidata da uno dei più grandi circuiti di investimenti (Euronext) a diventare uno degli unicorni del futuro (società con oltre 1 miliardo di capitalizzazione). MotorK oggi è partner di oltre il 90 per cento delle case automobilistiche d’Europa grazie all’uso dell’intelligenza artificiale dei big data che offrono agli operatori del settore una migliore comprensione delle dinamiche del mercato dell’auto, mai così in fermento come in questi anni. “Abbiamo appena chiuso un’acquisizione in Francia e ne faremo presto un’altra in uno dei paesi che ci interessa di più, che sono Spagna, Germania e Regno Unito. I produttori di auto non sono gli unici ad avere bisogno di crescere attraverso aggregazioni. Noi seguiamo lo stesso trend”. 

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