La governance olimpica è pronta a partire. C'è pure l'identikit del capo
Il vertice a palazzo Marino mette d’accordo tutti e distribuisce i ruoli. La scommessa delle infrastrutture e la Valtellina
Dopo l’euforia per l’assegnazione, la strada per le Olimpiadi invernali 2026, conquistate in scioltezza da Milano-Cortina, è sembrata tutta in salita. Dopo la giornata di festa celebrata a Losanna da Sala, Fontana e Malagò è arrivata, proprio dal Comitato olimpico, la secca bocciatura della riforma dello sport targata Giancarlo Giorgetti, che assegnava all’esecutivo il riordino delle attività sportive, espropriando il Coni. Un tentativo maldestro della Lega di mettere i piedi nel patto dello sport italiano (tentativo già messo in atto inutilmente da Luca Lotti ministro dello Sport). “Il Coni non dovrebbe essere ‘riorganizzato’ mediante decisioni unilaterali da parte del governo”, spiegava il Cio da Ginevra, interpretando i malumori di Giovanni Malagò, con Giorgetti che minimizzava “fraintendimento”. Ma oggi, di fronte a un nuovo (forse) esecutivo senza Lega, quando a metà mese i rappresentanti del Cio saranno a Milano per valutare quali passi avanti sono stati fatti nell’organizzazione dell’evento, le pedine dovrebbero tornare al loro posto e anche il nodo della governance sarà sciolto. Dunque al primo posto la governance, anche per evitare gli scivoloni di Expo Milano 2015.
Martedì scorso al Pirellone si sono riuniti – senza Giorgetti – i maggiorenti del Comitato olimpico, coi tecnici della presidenza del Consiglio, i presidenti delle Regioni Lombardia e Veneto Attilio Fontana e Luca Zaia (videoconferenza), il sindaco Giuseppe Sala e l’omologo di Cortina Gianpietro Ghedina e naturalmente il presidente del Cio tricolore Giovanni Malagò. Sulla decisione, da sottoporre al Cio il 16 e 17 settembre, a Milano, ha fatto sintesi Sala, che ha portato a casa il risultato: la governance si baserà su tre entità. Precisamente: “Il Consiglio Olimpico, che dà gli indirizzi, l’agenzia di progettazione che fa i lavori e l’Ocog (il Comitato Organizzatore), che sarà la società che gestirà tutto il processo. Per quanto riguarda il Comitato Organizzatore, il tavolo olimpico ha dato la preferenza per la fondazione perché consente un po’ più di flessibilità”, ha precisato il sindaco. Nessun nome su chi guiderà il Comitato ma “si è approvato il profilo”. “L’identikit è quello di una persona con esperienza internazionale, meglio se conosce anche il pubblico oltre che il privato, meglio se arriva da un mondo di eventi e di sport. Però deve essere una persona con un’esperienza sufficientemente aperta e che abbia dimostrato di saper gestire eventi del genere. Aggiungo che serve qualcuno che rimanga per degli anni, almeno sei. Non deve essere necessariamente italiano, ma deve conoscere bene l’italiano. Il nome sarà individuato entro fine anno”, ha concluso Sala. Mentre Attilio Fontana ha voluto chiarire che “è necessario che venga approvata una Legge olimpica entro novembre, perché molte delle questioni sul tavolo, siano esse di natura fiscale o organizzativa, potrebbero essere dipanate molto più facilmente. Prima sarà approvata, prima saranno chiariti determinati meccanismi fondamentali per i Giochi”.
I commenti sono positivi “perché il gioco di squadra tra le diverse istituzioni – ce l’ha insegnato Expo Milano 2015 – è essenziale nell’organizzazione dell’evento”, conferma il senatore Pd Alessandro Alfieri, già tra i promotori della kermesse sull’Alimentazione. Ora le amministrazioni locali, Comune e Regione, dovranno stringere i tempi per realizzare le opere necessarie. “I prossimi sei mesi saranno decisivi per affrontare le Olimpiadi con tranquillità e conservare il vantaggio che abbiamo”, spiega Pierfrancesco Maran, assessore all’Urbanistica del Comune di Milano. “I tre temi aperti sono: il villaggio olimpico allo scalo Romana, il Palasharp e la realizzazione della grande Arena a Santa Giulia. Se si impostano bene gli accordi operativi si possono gestire anche eventuali criticità. Durante l’inverno chiuderemo il percorso della variante per Santa Giulia, poi partirà la bonifica e a seguire la realizzazione dell’opera. Sul villaggio olimpico allo scalo Romana attendiamo che le Fs definiscano, il prossimo autunno, le modalità di gara per individuare lo sviluppatore. Anche per il Palasharp occorre un project financing”, conclude l’assessore. Uno dei nodi da sciogliere è la mobilità e l’accessibilità della Valtellina, dove si svolgeranno le gare più interessanti. “Una premessa – spiega al Foglio l’assessore ai Trasporti della Regione Claudia Maria Terzi – il dossier di candidatura, che ha consentito di ottenere l'assegnazione delle Olimpiadi, affronta in maniera organica tutti i nodi sul tavolo. Per quanto riguarda la viabilità, la variante di Morbegno è già conclusa e ha significato un importante passo in avanti per l’accessibilità alla Valle. Inoltre, sempre parlando di opere fondamentali, è di prossimo appalto la Variante di Tirano a carico di Anas. Altro punto cruciale è il completamento della Tangenziale di Sondrio, che abbiamo chiesto al governo di finanziare. Poi c’è il grande tema della riqualificazione della Ss36. Agire con decisione su queste partite significherebbe migliorare in maniera considerevole la viabilità che afferisce alla Provincia di Sondrio. Ora che a Roma la situazione è tutt’altro che chiara, vigileremo con ancora più forza per scongiurare immobilismo o rallentamenti”.
L’altro aspetto della mobilità riguarda i collegamenti ferroviari con Tirano e la valle, “il dossier di candidatura prevede che si possa far viaggiare un treno da Milano a Tirano ogni mezz’ora. Saremo in grado di offrire questo servizio se Rti metterà in campo gli interventi di potenziamento della linea attuale”, conferma con la dovuta cautela l’assessore. “Perché ora ciò che è possibile fare è, appunto, far viaggiare un treno all’ora. Regione farà come sempre la sua parte: recentemente abbiamo cofinanziato la realizzazione della sede di incrocio di Dubino, sulla Colico-Chiavenna, che consentirà di creare le condizioni per le coincidenze tra i treni della linea della Valtellina e quelli della linea della Valchiavenna”, conclude Terzi.