La cena del prestigioso Premiolino
Cronache di una serata condotta con piglio e garbo dalla presidente Chiara Beria di Argentine
Cicip. Mentre le ragazze di ogni età della moda si accalcavano alla sfilata di Benetton (Foglio non invitato dopo le critiche alla collezione dello scorso anno che tutti, lontani da penne e tastiera, condividevano), la meglio gioventù milanese, e intendiamo quella alta, sottile, capelli lisci e lucidi, gambe lunghe, tacco basso, si affollava all’apertura della mostra dell’artista coreano Ha Chong-Hyun, figura di spicco dell’arte povera del sudest asiatico (“quota quasi 500 mila euro a tela”, osservava stupefatto Gaetano Marzotto) che inaugura la stagione della Cardi Gallery di Porta Nuova. Invitava Niccolò Cardi, con un drappello di manager della potente agenzia di pubbliche relazioni Karla Otto. Ma le giraffine ignare dell’esistenza delle suole a carrarmato uscivano tutte dall’agenda di Virginia Galateri di Genola, la trentenne con il miglior address book di Milano e forse d’Italia. Lei si è vista poco, molto impegnata con alcuni ospiti speciali. In compenso vigilava su tutto e tutti, letteralmente, l'altissimo papà Gabriele.
Ciciap. Strali molto irragionevoli degli esclusi dalla bella cena del prestigioso Premiolino. Come può dirsi indipendente un premio che quest’anno ha scelto per celebrarsi la sede di un finanziere come Francesco Micheli, scrivono su Facebook? Fermo restando il suo stato di dominus cittadino, ignorano che la villa con giardino alle spalle di Santa Maria delle Grazie viene spesso messa a disposizione per festeggiare le attività degli amici. In questo caso si è aperta per Chiara Beria di Argentine, presidente del riconoscimento giornalistico che, fra grandi applausi, ha ricevuto la medaglia della Presidenza della Repubblica. La lode a Sergio Mattarella, difensore dell’autonomia giornalistica e del mestiere a differenza di “altri” (lista variabile a seconda delle appartenenze), è stato il leitmotiv della serata, che la presidente, in wrap dress di seta con gonna danzante e chignon, ha condotto con piglio e garbo, interrompendo qualche comizio improvvisato e festeggiando a dovere tutti. Grandi apprezzamenti per l’ironia di Giovanni Cupidi, premio BMW-SpecialMente, interprete quotidiano delle difficoltà contro cui combattono i disabili. Infiniti apprezzamenti di Annibale Brivio Sforza, una delle social fixtures milanesi insieme con gli Artom e i Teso, per i mestieri chiari e facilmente comprensibili di un tempo come quello di Filippo La Mantia, “oste e cuoco”, scritto chiaramente sul menu: “Anche mio padre aveva scritto sulla carta d’identità ‘possidente’”. Sipario.