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I piani di Italia Viva a Milano

Fabio Massa

A ottobre arriva il vero programma, spiega Mattia Mor. E a giugno 2020 il “big bang degli amministratori locali”

È uno dei volti più riconoscibili del renzismo alla milanese. Imprenditore, deputato, giovane, abile nel comunicare. Mattia Mor è un po’ tutto questo, e spiega al Foglio la road map dei prossimi due mesi di Italia viva, i contenuti ancora da mettere a punto. “Il momento principale per le proposte sarà alla Leopolda, dove sarà presentato il partito e il manifesto dei valori di Italia viva. Solo dopo inizieremo a dare alcuni spunti sui contenuti principali, in particolare sul piano degli investimenti verdi, gli investimenti per la famiglia, la politica fiscale”. Insomma, la Leopolda sarà uno spartiacque. “Sì, e da là continueremo a stimolare il governo con proposte specifiche in direzione di un paese che deve essere più liberale, più attento alla sostenibilità e alle pari opportunità”.

 

Fin qui, tutto bene. Però guardando gli eletti, i consiglieri comunali e regionali, i sindaci, Italia viva a Milano e dintorni non è che abbia scaldato. Non è passato nessuno. “Dimostrazione che non è una operazione di palazzo. Noi puntiamo sull’allargamento a idee e valori che il Pd non riusciva più a cogliere e rappresentare. Non vogliamo svuotare il Pd, ma allargare il campo. Ecco perché non abbiamo fatto un’attività di recruiting di nessun tipo su nessuna struttura regionale locale. Renzi stesso ha detto agli amici dei territori di prendere le proprie decisioni in maniera libera e trasparente. Anche perché è ancora presto: ci sarà un momento fondativo, ovvero il big bang degli amministratori locali, previsto per giugno 2020”.

 

C’è chi però ha sparato a palle incatenate, come Beppe Sala: non lo convince il fatto che “Matteo non sa stare in una comunità collaborativa”. “Beppe ha spesso dato dimostrazione di leggere bene la politica nazionale. Però questa volta si sbaglia, poiché pensa che lo spazio liberal-democratico sia informe e difficile da cogliere. Ma nella situazione attuale un contenitore onnicomprensivo come il Pd o la Spd in Germania non riesca a rappresentare tutte le sfaccettature dell’elettorato. E’ necessario uno schema a due punte. Sono sicuro che Sala lo capirà dal nostro percorso futuro”.

 

A proposito di futuro, nel 2021 si vota per Palazzo Marino. “Penso che Italia viva nel 2020 non parteciperà alle elezioni con un proprio simbolo, mentre nel 2021 probabilmente ci saremo con nostri candidati. Manca ancora molto. E’ ovvio che Milano è la città che più di ogni altra ha un elettorato liberal democratico consistente. Potremo dire la nostra”.

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