La Segre alla Scala (per Rachmaninov)
La senatrice a vita, "protetta" dall'amica Alessandra Chiodi Daelli, ha una parola felice, un commento appropriato e ottimista per chiunque
Cicip e ciciap. Neanche Mario Monti, che pure a Milano è molto festeggiato, ha goduto del rompete le righe spontaneo ed entusiasta tributato a Liliana Segre dai volontari della Croce Rossa che domenica sera accoglievano gli ospiti del concerto benefico del Teatro alla Scala nel ridotto Toscanini (si suonava il Concerto per pianoforte e orchestra n. 3, in re minore, di Rachmaninov, meravigliosamente interpretato da Alexander Maslofeev, il diciottenne che ti fa vergognare di vivere in un paese dove lo stato deve ricordare ai ragazzi e ai loro genitori con una campagna i danni dell’abbandono scolastico). Arrivata con l’amica Alessandra Chiodi Daelli, bionda e combattiva signora che da tempo immemorabile è la prima cliente Hermès della città e che negli ultimi anni “protegge” la senatrice a vita dal tripudio della folla (dicono che di recente si sia formato un capannello tale davanti a Palazzo Reale da impedirle quasi l’accesso alla mostra di Antonello da Messina), Liliana Segre in realtà si difende benissimo da sola. Perché accoglie tutti. Per chiunque ha una parola felice, un commento appropriato e ottimista; la bella ragazza che le si fa accosto dicendole di considerare i suoi libri la cura migliore contro la cattiveria sociale di questi anni commuove gli astanti. La signora si schermisce, da brava milanese col suo bel birignao rassicurante, e racconta di non fermarsi più ad ammirare i bambini in carrozzina, che pure le piacciono tanto, perché le mamme si precipitano ad afferrarli “fragili come sono” per porgerglieli da baciare, che le pare davvero un po’ troppo.