L'idea disfunzionale di tenersi un Meazza a un solo piano
L'impressione è che si tratti di una zeppa nella trattativa con Inter e Milan. E che il compromesso tra le parti, unica possibilità per evitare una soluzione “in perdita” per ognuno, andrà trovato altrove
Ruvido come sa essere un manager abituato a trattare nel mondo dei petrolieri, Paolo Scaroni, ora presidente del Milan, non l’ha mandata a dire: “L’idea di avere due stadi vicini, vecchio e nuovo, uno accanto all’altro, è qualcosa che non ricordo di aver mai visto. Per carità, magari essere ‘first’, i primi, può essere anche bello, a volte però può essere un po’ stupido”. L’idea di abbattere il vecchio Meazza, proprietà del Comune, è e resta un principio non negoziabile per i due club. Ma la sua conservazione, che però rischia di essere un concetto dall’esito vago, è un punto fermo emerso anche dalle valutazioni della Giunta.
Il Comune, nell’incontro con Inter e Milan qualche giorno fa, ha suggerito di valutare la possibilità di mantenere in piedi un San Siro per quanto ridotto a un solo anello, per destinarlo al calcio femminile e giovanile. In che non sembra in effetti una grande idea, né dal punto di vista di una conservazione architettonica che non ci sarebbe, né della funzionalità. L’impressione è che il compromesso tra le parti, che appare come l’unica soluzione possibile per evitare una soluzione “in perdita” per ognuno – i club costretti a un piano B (Sesto?) molto meno vantaggioso in termini immobiliari, il Comune col rischio di ritrovarsi con San Siro vuoto (tra l’altro, il valore dello stadio vecchio, 100 milioni per l’Agenzia delle entrate, e il costo elevato di smaltimento son due variabili cruciali) – andrà trovato altrove.
“Capire come l’ingombro di San Siro può essere reso compatibile con l’esistenza di un altro stadio a poche centinaia di metri” (l’ad dell’Inter Alessandro Antonello) significa infatti mettere sul piatto della trattativa il problema di quanta area e cubatura commerciale e di servizi in meno, rispetto al progetto iniziale, il Comune possa trovare accettabile, visto anche il suo recente Piano del territorio. E a quanto possano (anche dal punto di vista della sostenibilità economica) rinunciare le due società. Probabilmente, era una considerazione che Inter e Milan avrebbero dovuto fare prima di presentare un progetto sostanzialmente ultimativo alla città. Ma ormai è fatta e a tutti conviene trattare. Ci vuole tempo, e il Meazza abbassato a un solo anello ha l’aria di essere un intermezzo.