S. Ambrogio Armeno

Paola Bulbarelli

Quest’anno il presepe (napoletano) ha conquistato Milano. Dal Comune alle vetrine. (E altre meraviglie)

Lo ha detto anche il Papa, “fate il presepe e non solo l’albero di Natale”. Perché è un segno semplice e mirabile della nostra fede, si tramanda dai genitori ai figli. Dopo anni (e anni perduranti) di insopportabili polemiche politiche, sei leghista se ami il presepe, sei progressista se lo fai ma soltanto con Gesù Bambino migrante nel barcone, uno dei simboli più antichi della nostra massima festività è stato, da un lato, rimesso al suo posto da Francesco e, dall’altro, è tornato sorprendentemente protagonista anche nel Natale milanese, e proprio nel centro in questi giorni consacrato ai riti del consumo. Perfino il più istituzionale dei luoghi, Palazzo Marino – che da anni “regala” ai milanesi un’opera d’arte sacra (quest’anno è in scena l’Annunciazione di Filippino Lippi) – quest’anno ha deciso per il presepe. Ma il presepe, in versione rigorosamente napoletana, è stato scelto quest’anno come protagonista assoluto delle vetrine di Rinascente – che assieme alle luci e agli addobbi sotto i portici accanto al Duomo sono ormai uno dei luoghi a più alto tasso di selfie e Instagram del Natale meneghino. Ci sono le più storiche botteghe di San Gregorio Armeno, l’effetto-pubblico notevole.

 

Al presepe inaugurato da Beppe Sala e Luigi De Magistris ha provveduto invece L’Associazione italiana Amici del Presepio di Napoli (ente culturale di interesse regionale e comunale che fa capo alla Universalis Foederatio Presepistica, fondata a Barcellona nel 1952). L’Associazione ha portato a Milano circa novanta statuine e centinaia di piccoli oggetti che riproducono scene di vita in vicoli e scalinate popolate da variopinta umanità, cornice e preludio di una splendida natività come nella più alta tradizione del presepe napoletano del Settecento. Allestito personalmente dagli artisti, autori una per una di tutte le statuine, è realizzato in legno, sughero e stucco e raffigura le tre tipiche scene del presepe napoletano: la Natività, l’Annuncio ai pastori e la Taverna. Si tratta di pezzi unici con corpo in fil di ferro e stoppa, teste, mani e piedi in terracotta o legno dipinti a mano, occhi in vetro, con vestiti in stoffe pregiate, ricamate a mano. Le scene sono completate da animali in terracotta policroma, minuterie in legno, metallo, porcellana, maioliche, cesti con cere e strumenti musicali tipici dell’epoca.

 

Milano, che pure non è Napoli, ha un suo rapporto intenso e antico con la sacra rappresentazione creata a Greccio da san Francesco nel 1223. La parrocchia di Sant’Apollinare a Baggio custodisce un tesoro prezioso e ineguagliabile come il grande presepe biblico (nel 1972 vinse il primo premio al Concorso Presepi) che estende la sua narrazione figurativa anche alle vicende più significative delle Sacre Scritture: dalla Creazione alla Natività, dalla fuga in Egitto alla diffusione del Vangelo da parte dei discepoli. Per questo suo ampio respiro storico-religioso, il presepe biblico di Baggio, che si sviluppa su 43 scene dinamiche, su una superficie di circa 350 metri quadri, è forse unico nel suo genere. Pensato, realizzato e costruito, a partire dagli anni 60 da Egidio Negrini, operaio della Borletti, in 25 anni di lavoro il presepe è arrivato a comprendere 55 scene (molte in movimento grazie a vecchi motori riparati e adattati della stessa Borletti), che coinvolgono un totale di più di 3.000 statuine.

 

Nella chiesa di San Marco a Brera si trova un altro presepe che si può visitare tutto l’anno, realizzato con 60 personaggi, sagome su legno e olio su carta, simile ad una scenografia teatrale: è questo il presepe di Francesco Londonio (1723-1783), uno dei più importanti artisti lombardi del Settecento, autore specializzato proprio in presepi, scene campestri e raffigurazioni di animali, pittore raffinato e ritrattista molto ricercato dalle famiglie milanesi. Tanto piacque quest’opera che l’imperatrice Maria Teresa d’Austria affidò al Londonio il ruolo di scenografo al Teatro alla Scala.

 

Il presepe di Londonio è una nuova acquisizione del Museo diocesano Carlo Maria Martini, proveniente da una collezione privata, in origine destinata a Villa Gernetto a Lesmo, in Brianza (il Londonio vi trascorreva periodi di villeggiatura), per essere allestita nel periodo natalizio. E sempre grazie al Museo diocesano, è possibile ammirare nel foyer del piano terra di Palazzo Pirelli un altorilievo in terracotta raffigurante la Natività con Angeli di uno scultore sconosciuto, probabilmente dell’Italia settentrionale, risalente al XVII secolo.

 

Nella basilica di San Nazaro si trova un presepe particolare, un antico complesso ligneo creato da Adam Kraft nella seconda metà del XVI secolo mentre nella splendida villa Visconti Borromeo Litta a Lainate è stata allestita la XII Mostra di Presepi e Diorami. Al convento dei Frati cappuccini missionari (Piazzale Cimitero Maggiore, 5) si trova la mostra di presepi provenienti da tutto il mondo. Una raccolta di oltre 50 opere. Vi sono statue in resina alte un metro e altre in legno, carta, stoffa, terracotta, argilla, fatte di aghi di pino e, dalle Filippine, un presepe con carta di giornale.

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