Mentre nel mondo tuonano i cannoni, la Milano green scende in piazza per “difendere” l’onore di 35 alberi. Succede al Campus Bassini, dove il Politecnico di Milano “con il prosieguo dei lavori sta dando seguito a quanto deciso dal Senato accademico nel novembre scorso, in coerenza con quanto detto durante la seduta della Commissione consiliare (incriminata, ndr). In particolare – spiegano dal PoliMi – si è provveduto, come previsto, all’abbattimento dei 35 alberi e si è predisposto lo spostamento di 22 alberi dei 57 totali interessati dall’intervento. Il Politecnico di Milano conferma la disponibilità a tutte le compensazioni che emergeranno dal tavolo di lavoro, già richiesto, che vede coinvolti, oltre al Politecnico, gli esperti dell’Università degli Studi di Milano, del Municipio 3 e del Comune di Milano”, conclude l’ateneo guidato da Ferruccio Resta. Oggi l’allegra brigata green marcerà dal Poli a piazza Scala, giusto in tempo per portare a palazzo Marino la ferma protesta del comitato “Salviamo il Parco Bassini”. Le richieste: “Rimanga un’area verde non edificata” e “il Comune vieti la costruzione di nuovi edifici su tutte le aree verdi della città”. E poco importa agli ambientalisti se i nuovi laboratori di Chimica, che saranno costruiti su quell’area, ce li invidia il mondo intero. Evidentemente, per loro, il taglio di quei 35 alberi darà la spallata alla crisi climatica che attanaglia il globo. E pensare che il Politecnico, con la Triennale, è tra i promotori di ForestaMi, l’ambizioso progetto, varato dal Comune che ha l’obiettivo, per il 2030, di piantare tre milioni di alberi, uno per ogni persona che vive nell’area della città metropolitana. L’iniziativa di forestazione urbana già oggi prevede la piantumazione di 100 mila nuovi alberi, per raggiungere poi quota 400 mila entro il 2022 e due milioni entro il 2026, anno olimpico. “La forestazione urbana è oggi in cima alle agende delle grandi metropoli del pianeta e Milano si candida a diventare una delle città protagoniste di una campagna per invertire i cambiamenti climatici nel mondo”, ha spiegato l’architetto Stefano Boeri. Tranne che al Bassini.
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