L'opposizione che dà una mano. Dai fondi privati al cashback. Matteo Forte ha delle idee
"Il dibattito politico è visto come una perdita di tempo. Ma è in questo momento che le responsabilità vanno condivise” ci dice il consigliere di Milano Popolare
Non è il piantarello di chi non è nella stanza dei bottoni. Ma anche l’opposizione in Comune vuole far sentire la sua voce nel momento terribile, e per aiutare con idee pragmatiche. Proposte messe per iscritto e portate in quella che il sindaco Beppe Sala considera la cabina di regia. Per arrivarci, però, apertamente lamentarsi di una mancata chiamata alle armi. Parola d’ordine, condivisione? “Ci siamo anche noi, una opposizione vuole dare il proprio contributo”, dice al Foglio Matteo Forte, consigliere di Milano Popolare, la vecchia lista di Area Popolare che sosteneva Stefano Parisi. Forte ha firmato una lettera con gli altri consiglieri Alessandro Bramati e Deborah Giovanati. “E’ necessario- continua – aiutarsi a pensare in modo nuovo. Noi vogliamo farlo. Tante realtà aziendali o del cosiddetto Terzo settore stanno donando soldi per far fronte al coronavirus, accanto alle grandi realtà come Intesa San Paolo, o promuovendo raccolte fondi per far fronte a servizi straordinari di enti non profit (come Cariplo), o sostenendo interventi domiciliari a favore delle persone dimesse dagli ospedali come ad esempio Fondazione di Comunità. Ci sono aziende come Esselunga che ha azzerato i costi di consegna a domicilio per gli over 65. Sono esempi di ciò che potrebbe sprigionare un approccio di governo della nostra comunità diverso da quello centralista e tutto concentrato solo sulle risorse pubbliche”.
Quali sono i vostri suggerimenti? “Due i temi posti al sindaco: la telemedicina d’urgenza. La Regione ha fatto una delibera sulla telemedicina. Serve riattivare il tavolo di Comune, Municipi e Ats per formare nel più breve tempo possibile e capillarmente i medici di famiglia per potenziare l’uso di dispositivi di sorveglianza sanitaria territoriale e domiciliare. I Municipi potranno altresì valutare costantemente su chi e in quali quartieri concentrare volontari e servizi come la spesa e i farmaci a domicilio. Quindi si utilizzino queste piattaforme anche per altri servizi”. Una seconda proposta che va sotto il titolo di cashback. “Catene di negozi, grande distribuzione con le varie carte di fidelizzazione caricano sconti che consentono di accedere ad altri servizi. Visto che tanti grossi marchi già aiutano la città e che l’emergenza del dopo non si risolverà con qualche contributo dello stato, bisogna inventarsi forme nuove per recuperare risorse. Quindi noi diciamo, insieme a tutte le forze sociali della città, dai commercianti, ai sindacati, al terzo settore di istituire un fondo con sistema di cashback con risorse esclusivamente private e che si usino per finanziare iniziative come reinserire e formare disoccupati nel mondo del lavoro, assistere le famiglie, esperienze di scuola bottega per i ragazzi che hanno perso metà anno. Pubblico e privato sempre più insieme”. Ma serve la politica. “Da un paio di settimane s’è attivata una cabina di regia tra i gruppi consiliari e la Giunta. Ma non può sostituire il Consiglio comunale. Ora si sta pensando di riconvocarlo, ovviamente online, a distanza, per poter presentare queste proposte, altrimenti rimane tutto aleatorio. Durante l’ultimo Consiglio il 6 marzo abbiamo approvato il bilancio, ormai ampiamente superato alla luce della situazione. Il rischio a livello locale è quello che si riscontra a livello nazionale, in pratica il dibattito politico è visto come una perdita di tempo. Ma in questo momento e le responsabilità vanno condivise”.