Milanesi che brindano
Ripartire a ottobre con la Milano Wine Week in versione tecno per un mercato che cresce
Tutti in tutto il mondo avevamo qualche motivo necessitante per consolarsi, e un buon bicchiere in queste lunghe sere è stato per molti più che necessario. Negli Stati Uniti (o Estados Unidos?) a far passi da gigante è stata la vendita di Tequila, ma anche in Italia, nel lockdown dei locali, il delivery del vino ha dato una boccata d’aria al settore. Milano è anche un centro, oltre che della ristorazione, del mercato enologico. E vuole tornare a brindare, alla faccia del virus. Così, il veronese Vinitaly passa la mano (e l’anno, dato che le prossime date sono previste nel 2021), Milano batte un colpo e si presenta puntuale (incrociando ovviamente le dita) dal 3 all’11 ottobre con la Milano Wine Week, manifestazione dedicata al mondo del vino giunta alla terza edizione e che si avvarrà dell’alleanza con la Merano Wine Festival. Una scelta di coraggio e di rilancio per un settore che in Lombardia soffre. I numeri del 2019 parlano chiaro e denotano il successo della week milanese: più di 300 eventi, oltre 300 mila partecipanti, 1.500 aziende coinvolte, più di 300 locali attivati in tutta la città. Ma i Wine Lovers, questa volta, non potranno comunque lamentarsi. Il team, una ventina di persone, ha studiato la situazione sfornando una otto giorni diversa e dinamica, rispettosa della sicurezza, dei tempi e dei momenti speciali che si stanno vivendo. “Sono state cancellate tutte le fiere, è accaduto uno tsunami – spiega al Foglio Federico Gordini, presidente di Milano Wine Week e del gruppo Giovani imprenditori Confcommercio Lombardia – Ci siamo detti che dovevamo organizzare ugualmente la nostra manifestazione perché importante per il settore del vino ma anche per l’altro settore con cui lavoriamo a doppio filo che è il mondo della ristorazione e della somministrazione. Il vino fattura circa il 90 per cento con la ristorazione e questo fermo ha bloccato entrambi i comparti”. Non a caso MWW ospiterà la Milano Food Week (altra costola di Gordini) in calendario a maggio, ma saltata. “E’ prevista un’intera sezione dedicata all’abbinamento vino-cibo con la partecipazione di autorevoli chef e il coinvolgimento del mondo dell’alta cucina”. Headquarter della manifestazione sarà ancora una volta Palazzo Bovara e nell’arco della settimana saranno attivi 6 Wine District. “Tutto si svolgerà con delle normative stringenti, siamo i primi in assoluto tra gli eventi agroalimentari a lanciare un codice e una struttura che permetterà la realizzazione dell’evento. Due gli elementi fondanti: una piattaforma digitale che consentirà, soprattutto agli operatori business sia d’Italia, d’Europa e resto del mondo di connettersi con la manifestazione e poter fruire di tutti i contenuti, e parliamo di centinaia di degustazioni, di appuntamenti di testing, momenti di formazione”.
Tre i forum in calendario. Al Wine Business Forum si parlerà di internazionalizzazione. “Racconteremo alle aziende come affrontare i mercati in funzione di quello che è accaduto. La frase guida è ‘impariamo a cambiare’”. Da quest’anno entra lo Sda Bocconi che diventa partner che terrà il secondo forum, Shaping the Future of Wine, durante il quale si studieranno i macro trend che stanno evolvendo e come influenzeranno i consumi di vino. Parleremo di urbanistica, di come cambiano le città, di retail e come cambierà il modo di vendere il vino”. Terzo, il Wine Generation Forum dedicato ai ragazzi, millennial e generazione Zeta che lavorano nel mondo del vino. “La piattaforma consentirà di avere un grande network per abbattere le distanze che servono per connettere le persone, dialogare e fare business nonostante la mancanza delle fiere”.
Ma come si degusta un vino su una piattaforma? “Il cliente può ricevere in anticipo il prodotto e partecipare alla degustazione. A causa di questa emergenza sono nati i wine telling: sulla nostra pagina Instagram abbiamo creato momenti di degustazione dedicati al pubblico organizzati con le principali aziende e con i maggiori consorzi italiani, un calendario che andrà avanti per tutta l’estate. Abbiamo messo insieme tutti i wine delivery italiani più importanti”. Stanno andando alla grande. “E’ un mercato in crescita, che presenta degli spazi. La rivoluzione del commercio vinicolo parte proprio da questa emergenza. L’e-commerce prima era un canale che non tutti consideravano, ora c’è una rincorsa a crearsi il proprio e-commerce, c’è un’evoluzione del commercio digitale, la situazione ha fatto da acceleratore. Nel wine delivery ci sono due modelli, quello dei vini che vengono consegnati entro un tot giorni e quelli che offrono servizi di vino in temperatura consegnati in trenta-quaranta minuti che si basano su una catena logistica completamente diversa. C’è lo specializzato ma anche diversi ristoranti e locali che si sono organizzati e portano a casa ciò che viene richiesto. Il mondo, anche quello del vino, è cambiato.