Open your MIND. Il design per ripensare gli spazi e le città
Nell'area dell'Expo sorge un hub dell'innovazione tecnologica, impegnato a immaginare le architetture del post Covid
Sta nascendo, nel padiglione che fu di Intesa Sanpaolo durante l’Expo 2015 un hub dell’innovazione tecnologica dedicato al design. “Stiamo studiando con le imprese dell’architettura e del design gli spazi futuri del vivere comune, dagli uffici, alle case, ai ristoranti, ai negozi”, spiega Igor De Biasio, amministratore delegato di Arexpo. E sembra l’immagine della fase 3, una nuova strada per il design colpito al cuore, immagine e industria che erano il volano della Milano di prima. Bisogna ragionare sul futuro. “Abbiamo messo assieme una serie di competenze per disegnare gli ambienti del post Covid, sarà pronto già dai prossimi mesi. Il piano coinvolge la filiera del design industriale e del mobile, con Federlegno e gli operatori che si sono messi a disposizione del paese per definire le linee guida degli spazi comuni. L’emergenza globale da Covid impone di ridisegnare gli spazi in cui viviamo e lavoriamo. L’opportunità di trasformare il futuro del design e rilanciare l’economia parte grazie al progetto DesignTech. Il primo hub per l’innovazione tecnologica nel settore design sorgerà nell’ambito di MIND, in fase di sviluppo nell’ex area Expo dal developer Lendlease. Obiettivo è realizzare un grande living lab con spazi di coworking, coliving e cofactory per supportare nuovi prodotti da parte di aziende e startup: soprattutto nella direzione delle rigenerazioni urbane. Nella prima fase l’hub sarà ospitato all’interno del MIND Village, nel padiglione Intesa Sanpaolo progettato da Michele De Lucchi. Partner dell’iniziativa è Lendlease che mette a disposizione la piattaforma di open innovation Brightidea. Pininfarina, storico player del settore, metterà a disposizione la propria esperienza facilitando sessioni di design thinking e mentoring. Mentre STMicroelectronics, leader globale nei semiconduttori con clienti in tutti i settori applicativi dell’elettronica, allestirà negli spazi del DesignTech un laboratorio PoC (Proof of Concept), cioè un luogo dove verificare e rendere concreti nuovi progetti di Internet of Things. Così, “con MIND e i nostri partner, ci siamo immaginati un distretto dell’innovazione con un impatto sociale e un volano in grado di far fare al paese un salto di qualità”, spiega De Biasio. Sembra uno dei primi tasselli del puzzle del nuovo modello Milano. Perché la città cresciuta nel dopo Expo, quella dei 10 milioni di turisti e delle fiere non basta più. Covid ha paralizzato la città per due mesi. “Non ci siamo fermati e tutto procede come da tabella di marcia.
In realtà, in questi mesi, oltre che procedere con la parte amministrativa, ci siamo chiesti come dei soggetti legati a MIND potessero essere a supporto del paese. Ci siamo fatti la classica domanda kennediana. E abbiamo lanciato coi nostri partner una serie di azioni che vanno dalla collaborazione di Human Technopole col professor Crisanti, dell’università di Padova per analizzare i dati sulla pandemia, operazioni che dimostrano come centri di ricerca in divenire come il nostro possano diventare da subito diventare attori importanti, per costruire una rete utile nei momenti di criticità”. Le radici di MIND sono profonde, “abbiamo continuato anche a tessere le nostre relazioni internazionali con gli altri distretti dell’innovazione in giro per il mondo. L’attrattività di MIND si è confermata, si settimana scorsa è l’intesa con l’università degli Emirati arabi per definire accordo con noi che ci permetterà degli scambi con le start up. Noi stiamo lavorando con Berkeley, con Cambridge, col politecnico di Losanna, stiamo consolidando una rete per mettere assieme i distretti più innovativi per consentire a Milano di diventare la porta dell’Europa dell’innovazione. MIND deve guardare al mondo, nell’interesse del sistema paese”.