(foto LaPresse)

Ritorno a Brera

Paola Bulbarelli

Visita con guida d’eccezione (e una bella dedica) alla Pinacoteca che riapre. Trasformata e rinata

La guida è di quelle speciali, l’occasione anche. Attraversare la Pinacoteca di Brera con il direttore James Bradburne (dalla Sala Napolenica a quella del Cristo morto di Mantegna, passando dalle sale del ’400 e ’500, da quelle del Caravaggio fino al “Bacio” di Hayez), non è cosa di tutti i giorni. Ma il momento è di quelli che non si scordano e che meritano di essere onorati al meglio. Dopo tre mesi di chiusura la Pinacoteca di Brera, uno dei simboli di Milano, riapre. E gratuitamente per tutta l’estate. Un giorno speciale e simbolico, quello scelto, perché lo stesso giorno di 70 anni fa, il 9 giugno 1950, la Pinacoteca riapriva al pubblico dopo i bombardamenti del 1943. E ora il direttore è lì ad accogliere i primi visitatori, emozione per tutti. La riapertura, per volere di Bradburne, è dedicata a Fernanda Wittgens, l’allora direttrice, prima donna in un museo nazionale italiano, studiosa e organizzatrice di grandi visioni. “Vogliamo  dire grazie a Milano e offrire la possibilità, senza nessuno ostacolo, di tornare alla nostra casa. La gratuità è un nostro modo per ringraziare la città di esserle riconoscenti. Se Brera è nel cuore di Milano, i milanesi sono nel cuore di Brera”, spiega il direttore canadese naturalizzato britannico, uno dei pochissimi direttori di museo, in Italia, che non proviene dalla storia dell’arte e che ha ridisegnato la Pinacoteca, portando il numero di visitatori (ma non sono i numeri la sua stella polare) ben oltre il milione, un aumento del 40 per cento rispetto all’affluenza media degli anni precedenti. Un record raggiunto senza mostre blockbuster, ma investendo esclusivamente sulla valorizzazione della collezione permanente e prestando una particolare attenzione al tema dell’inclusione. La sua filosofia non è cambiata oggi, anche se si deve tener conto della situazione. “Non ci baseremo più sui numeri, dobbiamo trovare altre fonti di ricavo che siano privati, pubblici, abbonamenti, biglietti sospesi, vedremo. Ma non possiamo pensare ai centomila visitatori per pagare le nostre spese. Prima arrivavano senza nessuna forma di preparazione. Ora, prenotando, possiamo riceverli in modo diverso”.

 

Da lì si riparte, per ridisegnare il museo del futuro. “Se non cogliamo l’occasione ora, quando? Il museo online sarà potenziato, la pandemia ci ha insegnato molto. E non dovrà essere la fotocopia di quello visitabile ‘in presenza’ ma complementare. Le esperienze magiche di un museo: mai come adesso possiamo avere un approccio online. Immaginare qualcosa che finalmente non assomiglia a nulla di quello che è stato. E’ un futuro che non avremmo pensato con la stessa urgenza. Ripensare al museo, se non lo facciamo è colpa nostra. Perché questa crisi non sarà l’ultima”. Poi c’è l’idea di rendere la visita personalizzata. Al momento della prenotazione dal sito brerabooking.org vengono fatte alcune domande (ad esempio sulla presenza di bambini). Via mail viene poi inviata la “Brera box”, una serie di materiali per rendere la visita un’esperienza fatta su misura. “Daremo sempre più importanza al singolo visitatore che sarà accompagnato dall’inizio alla fine con una serie di attenzioni che prima non era possibile avere. Questo sarà il nostro nuovo modo di accogliere le persone, non una visita dimezzata ma arricchita. Non è il momento di ricostruire pratiche distruttive, ma di ricominciare per creare un nuovo paradigma più autentico, sostenibile, rispettoso dell’ambiente”. 

 

In questa prima fase di riapertura l’orario del museo sarà ridotto: martedì e mercoledì solo al mattino (dalle 9,30 alle 13,30 ma con ultimo ingresso alle 11,50); da giovedì a domenica solo pomeriggio dalle 14 alle 18,30 (ultimo ingresso alle 17). E ridotto, o meglio contingentato, sarà anche il tempo a disposizione dei visitatori che avranno un’ora e mezza per visitare le sale aperte della Pinacoteca. Quelle più piccole resteranno infatti inaccessibili con la possibilità di ammirare i capolavori che ospitano da dietro le transenne. Le visite dovranno essere prenotate (massimo cento ingressi all’ora) e saranno gratuite fino all’autunno. Brera è sold out per tutta la settimana, duemila prenotazioni entro fine giugno, un grande successo. “Le nostre sale non sono mai state idealmente abbandonate, così come il sostegno attraverso il sito web e le pagine social, utili anche a fornirci preziose indicazioni sulle esigenze e percezioni in vista della riapertura. Una ‘resistenza culturale’ che abbiamo intrapreso all’indomani del lockdown: non una risposta alla contingenza, ma una condizione dello spirito, che ci accompagnerà anche a museo aperto”.