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GRANMILANO

Milano si prepara alla riapertura delle scuole. La vera grana sono i trasporti

Daniele Bonecchi

Manca poco al 14 settembre. I mesi persi per organizzarsi, la politica, il ruolo di Atm e Trenord

Comunque vada sarà un insuccesso, per la città che prova a rimettersi in piedi, stordita come un pugile. Perché il 14 settembre, riapertura ufficializzata delle scuole, rischia di essere più che altro un corpo contundente per infierire sull’avversario politico. Il problema dei trasporti. Beppe Sala aveva lanciato per tempo l’allarme, proponendo i doppi turni e orari differenziati, ma fecero tutti orecchie da mercante, a partire dai sindacati scuola. E assumendo i poteri di commissario straordinario all’edilizia scolastica fino al 31 dicembre, per garantire la rapida realizzazione delle opere necessarie. Sull’altro fronte La Lega a ruota, accanto a una battente campagna contro la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, ha accusato Sala di disimpegno su Milano, organizza proteste contro le ciclabili, ma idee risolutive non se ne vedono. E’ così che uno dei punti di forza di Milano, città degli studenti e delle grandi università, rischia di diventare una maledizione. E mentre gli scienziati fanno un passo di lato a spese di un compromesso (80 per cento del riempimento, praticamente è escluso solo il classico sovraffollamento) sul trasporto pubblico, sulle mascherine flessibili a scuola (mentre in Francia le vogliono obbligatorie), i politici litigano. E si sono persi mesi.

 

Ma qual è la situazione? La mobilità resta il problema maggiore. “Avevamo chiesto di arrivare all’80 per cento della potenzialità e questa proposta è stata accolta dal governo – spiega Andrea Gibelli, presidente Asstra (che associa le aziende di trasporto pubblico) e di FNM al Foglio – La difficoltà ora è applicare tutte le disposizioni per rendere praticabile in così poco tempo questa disposizione. Avevamo chiesto a luglio un incontro, ma le questioni si sono risolte solo lunedì scorso. Non sarà semplice. Ci sono diverse questioni: i distanziatori mobili ad esempio, che alcune aziende hanno sperimentato, non sempre sono compatibili coi mezzi in esercizio. In due settimane non è facile riorganizzare la flotta”. Poi c’è il problema risorse: “Perché se vengono attinte dal fondo per i mancati introiti durante il lockdown, siamo punto e da capo. Ci aspettiamo una legge di stabilità robusta per il Tpl”, conclude Gibelli. Secondo l’assessore regionale ai Trasporti Claudia Maria Terzi, il tetto di affollamento “è una  soluzione – da considerarsi come un compromesso tra le nostre richieste, che puntavano al 100 per cento, e le valutazioni del Comitato tecnico scientifico nazionale.

  

Altro elemento molto importante è che queste regole vengano applicate a tutto il trasporto, senza distinzione tra urbano, extraurbano e servizio ferroviario regionale”.  Infine, evidenzia l’assessore, c’è “la  possibilità che a integrare il 20 per cento del ‘servizio aggiuntivo’ che manca, sia uno stanziamento di risorse specifiche” oltre ai 900 milioni già stanziati”.  Ma basta scorrere il corposo documento elaborato da Asstra per capire che tanti problemi sono rimasti aperti: “Il rischio di recare pesanti disservizi a studenti e lavoratori è più che mai concreto”. Gli accorgimenti per garantire il distanziamento sono una scommessa: “I separatori in plexiglas o altri materiali possono rappresentare una misura efficace ma sconta alcune forti limitazioni. La prima è riconducibile all’applicabilità solo su alcune tipologie di trasporto, l’altra sono i tempi per le sperimentazioni da parte dei preposti uffici competenti”. Ma il problema di fondo resta lì da risolvere: “Si potrebbe agire sugli orari delle città, al fine di mitigare i picchi dei flussi nelle ore di punta; nello specifico del trasporto scolastico è necessario che i soggetti competenti definiscano in tempi rapidissimi gli orari sia di entrata che di uscita”. Ma i “soggetti competenti”, a partire dagli enti locali, si sono tenuti alla larga dalla madre di tutti i problemi: i tempi della città.

   

Così ora i riflettori sono puntati sulle due aziende che hanno la responsabilità maggiore sulla mobilità: Atm e Trenord. Le aziende sono in attesa delle linee guida del Dpcm e della necessaria ordinanza regionale. E con una decina di giorni a disposizione saranno davvero pochi i provvedimenti operativi ai quali Atm e Trenord potranno dare seguito. L’azienda di foro Bonaparte ha deciso di togliere i segnaposto che limitavano la seduta dei passeggeri. Il nodo da sciogliere resta la metropolitana, che nelle ore di punta trabocca di persone. L’azienda ha deciso di ricalibrare i tornelli d’ingresso, per limitare all’80 per cento la portata dei treni. In pratica i mezzi marceranno a pieno servizio, e il mantenimento delle distanze dipenderà, in larga misura, dal buon senso dei passeggeri, che dovranno indossare la mascherina. Anche Trenord consentirà ai viaggiatori di occupare tutti i posti a sedere, l’azienda non tralascia la possibilità di allestire divisori nelle vetture e dal ministero dei Trasporti fanno sapere che “è in corso un accordo tra Mit e Inail per individuare un materiale idoneo per consentire la separazione tra una seduta e l’altra. Le aziende possono avviare soluzioni autonome da sottoporre alla valutazione sanitaria del Cts”. Come dire altri tempi che si allungano, dopo i mesi buttati prima di decidere anche le cose più ovvie. Mobilità a parte, il comune di Milano ha elaborato un piano concreto per le esigenze più importanti della scuola, a partire da quella degli spazi.

  

E’ stato assegnato alla Bettiol Srl l’appalto per la realizzazione di una sessantina di moduli temporanei destinati ad aule scolastiche e locali accessori. Per ridefinire gli spazi sono stati effettuati oltre 700 interventi di manutenzione ordinaria. Nel frattempo è partito il 24 agosto il programma di test sierologici su base volontaria per tutto il personale scolastico, docente e non docente, della Lombardia. Si tratta di 206.687 persone. Ad oggi, superate le 90 mila prenotazioni, siamo a metà dell’opera. Lo screening gratuito, è realizzato dalla Regione. Abbiamo attivato tutte le nostre aziende sanitarie e gli IRCCS pubblici – spiega l’assessore Giulio Gallera – per garantire il massimo della tempestività e dell’efficienza sia in fase di prenotazione che di effettuazione del test”. Anche i medici di medicina generale hanno aderito alla campagna ed eseguiranno direttamente il test sierologico, attraverso gli ambulatori dedicati sul territorio messi a disposizione dalle strutture pubbliche.

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