Anche tu hai avuto una sbornia metafisica? - il NYT consiglia le letture per superarla

Marianna Rizzini

Hai ingurgitato due-tre drink a stomaco quasi vuoto. E però l'aspirina e il panino al prosciutto curano solo la sbornia fisica. Che fare con la sbornia "metafisica"?

    Hai ingurgitato due-tre drink a stomaco quasi vuoto (ci perdoni l'esagerazione il ministro Luca Zaia, di gran lunga nominato da questo blog ministro aperitivista dell'anno per aver sdoganato i due bicchieri di vino: non sono sintomo di alcolismo). Hai ingurgitato troppi mojitos, dunque. E però l'aspirina e il panino al prosciutto curano solo la sbornia fisica. Non si sa invece che cosa fare con la ben più minacciosa sbornia "metafisica", ovvero quella sensazione di "depressione, tristezza, ansia, odio di sé, senso di fallimento e paura per il futuro che incombe sulla turbolenta mattina dopo", come scrive Dwight Garner sul New York Times, citando lo scrittore inglese Kinsley Amis, autore di un classico del genere, "Everyday drinking", ripubblicato con introduzione di Christopher Hitchens (scrive pure di aperitivi e non solo di neocon, meno male). Pare che Amis consigliasse una serie di letture per il day after: "Paradise Lost" di Milton (mah), Alexander Solgenitsin (in confronto ai tormenti della dissidenza intrasovietica qualsiasi sbornia appare poca cosa), P.G. Wodehouse (tutti vogliamo un perfetto maggiordomo Jeeves).

    • Marianna Rizzini
    • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.