Esportare Formentera a Fregene (due bar in lotta)

Marianna Rizzini

Per esportare Formentera a Roma, i gestori dei bar da spiaggia di Fregene si sono dati da fare con i teli bianchi. Due i bar concorrenti, il Singita e l'Onda anomala

    Per esportare Formentera a Roma, i gestori dei bar da spiaggia di Fregene si sono dati da fare con i teli bianchi. Distesa di teli bianchi sulla sabbia e baldacchini in stile finto-balinese al Singita, viallaggio dei Pescatori – va detto che il Singita era già molto frequentato l'anno scorso (da chi è un altro discorso: si va dal gruppo di rapper dell'Eur agli universitari Luiss alle famiglie con bambini, attirati dalle cuccume di pasta gratuite, rovesciate sovente sui suddetti teli, accanto ai resti di mojito). Teli bianchi pure all'Onda anomala, ma spioventi a riparare dal vento. Non lontana dal Singita, l'Onda anomala rivaleggia in architettura – la capanna gigante è dotata di morbidi cuscini e divani – e in abbinamenti culinari: al Singita si mangia, volendo, primi e insalate, all'Onda anomala l'aria è un po' più "nouvelle cuisine" corretta alla romana (se non altro per l'accento del maitre, romanissimo). I camerieri passano per i tavoli chiedendo ogni venti minuti "è buono?"  – i più suscettibili si innervosiranno per l'ingerenza e la mancanza di privacy persino nei tavoli a bordo spiaggia, ma poi non resisteranno di fronte a tanta buona volontà. Il luogo è rinomato tra i ventenni (zona Roma nord) per gli aperitivi e le belle ragazze, ed è odiato dai ragazzi del centro città al pari del Singita (a parole, perché nei fatti ci vanno tutti, e frequentano entrambi i bar concorrenti).

    Restano due misteri: che cosa c'è nel cocktail rosa (della casa) che si chiama "Singita" e perché la musica a palla dell'Onda anomala lambisce anche il ristorante a lume di candela ben oltre le dieci di sera, ora in cui l'aperitivo pare finire, a giudicare dalla quantità di ragazzi e ragazze che, esausti, si accasciano sui cuscini accanto a pile di bicchieri vuote e lattine di birre mezze piene.

    • Marianna Rizzini
    • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.