Macron fa un passo verso i gilet gialli. Moratoria sul caro benzina
Dopo le violente proteste che sabato a Parigi sono sfociate in guerriglia urbana, il premier francese Philippe annuncia una sospensione di sei mesi dell'aumento delle tasse sui carburanti
[Articolo aggiornato alle 12:20]
Roma. Dopo settimane di proteste e di scontri anche violenti, l'Eliseo sembra venire incontro alle richieste dei gilet gialli con un “provvedimento di pacificazione”. Il primo ministro francese Edouard Philippe ha annunciato oggi, durante un incontro con i deputati di En Marche, una moratoria di alcuni mesi sull'aumento delle tasse sui carburanti – prevista per il primo gennaio – la principale causa delle proteste di queste settimane, che sabato a Parigi sono sfociate in guerriglia urbana e che, dalle prime manifestazioni a oggi, hanno provocato la morte di quattro persone e centinaia di feriti. Il bilancio degli scontri di sabato 1 dicembre è di 412 arresti, 133 feriti di cui 23 agenti agenti di polizia. Settanta imputati sono stati giudicati per direttissima lunedì a Parigi, dopo gli arresti a margine della manifestazione: sono state pronunciate diciotto pene detentive nei confronti di altrettanti “casseur”. Intanto continuano anche le proteste degli studenti, con decine di scuole superiori ancora bloccate in tutta la Francia.
Le proteste rischiano anche di aprire una polemica tra l'esecutivo e i sindacati di polizia che ieri hanno parlato di colleghi “esausti per la tensione prolungata” e hanno chiesto di vietare le manifestazioni previste per sabato prossimo. Oggi a palazzo Matignon, sede del governo francese, avrebbe dovuto esserci l'incontro tra Philippe e un gruppo di rappresentanti moderati dei gilet gialli, ma è stato annullato per “motivi di sicurezza” dato che alcuni di loro, come Jacline Mouraud – la donna bretone divenuta uno volti più noti del movimento – hanno denunciato minacce dalle frange più oltranziste per impedire il dialogo con le istituzioni.
Cosa ha annunciato il governo
Per il momento, fanno sapere dall'Eliseo, Emmanuel Macron non ha in programma di parlare di fronte ai francesi. Il capo dello stato, che calamita la rabbia dei manifestanti, ha preferito inviare in prima linea il premier. Edouard Philippe è arrivato nel suo ufficio intorno alle 7 del mattino. Voleva avere il tempo di preparare il suo discorso, di soppesare ogni parola: deve disinnescare la rabbia dei "giubbotti gialli" mentre nuove dimostrazioni sono annunciate per sabato 8 dicembre. Il primo ministro francese ha annunciato così la sospensione per sei mesi dell'aumento della tassa sul carburante, l'abbandono temporaneo dell'aumento delle condizioni tecniche di ispezione delle automobili pianificato per l'anno prossimo e ha concordato anche sul fatto che non ci sarà alcun aumento della tariffa elettrica entro maggio 2019.
Durante questo periodo di moratoria, oltre alla grande consultazione pianificata nei territori sulla transizione ecologica, l'esecutivo organizzerà un dibattito sulle misure di accompagnamento per attenuare la legge. “Discuteremo ancora il piano da 500 milioni di euro. Se è necessario, sarà cambiato”, ha detto una fonte governativa al Monde. “Il terreno doveva essere bonificato entro mercoledì. Prima che lo slancio della mobilitazione si mettesse in moto sabato prossimo”, ha spiegato un consigliere dell'Eliseo. Il governo vuole anche evitare a tutti i costi che il movimento dei “giubbotti gialli” finisca per bloccare l'esercizio parlamentare, come ha fatto il caso Benalla a luglio, che ha provocato il rinvio della revisione costituzionale.
Le reazioni del movimento
Nel frattempo i gilet jaunes sono cauti rispetto all'annuncio di una sospensione del caro benzina. Con una serie di metafore “culinarie” i loro rappresentanti hanno tentato di minimizzare la manovra governativa. Benjamin Cauchy, una delle figure chiave del movimento, l'ha salutata come “un primo passo”. Ma “i francesi non vogliono le briciole, vogliono la baguette intera”, ha detto all'Afp, chiedendo gli “états généraux de la fiscalité”, gli stati generali della tassazione, cioè “una nuova distribuzione della ricchezza in Francia” e l'istituzione di “referendum su importanti questioni sociali”. Mentre per Laetitia Dewall, portavoce dei giubbotti gialli della Val-d'Oise, la moratoria è solo “una nocciolina”.
Che cosa ha detto l'opposizione
Il nuovo delegato generale di La République en Marche, Stanislas Guerini, fino a pochi giorni fa contrario all'intervento del governo, ha dichiarato su RTL che la moratoria sarà “salutare” e necessaria a “placare il paese”, ancora sotto shock per le gravi violenze dello scorso sabato. Ma l'opposizione, che ha cercato di intestarsi la rivolta, non la vede così. “Una moratoria non è che un rinvio. Evidentemente non è all'altezza delle attese e della precarietà in cui si dibattono i francesi”, ha attaccato Marine Le Pen, leader di Rassemblement National. Mentre il capo dei senatori repubblicani Bruno Retailleau, invitato a Public Senat, l'ha giudicata “assolutamente insufficiente” e ha reclamato “un'annullamento” puro e semplice del provvedimento.
Un moratoire sur les taxes est envisagé. Mais un moratoire n’est qu’un report. Ça n’est évidemment pas à la hauteur des attentes et de la précarité dans laquelle se débattent les Français. MLP
— Marine Le Pen (@MLP_officiel) 4 dicembre 2018
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