Prendiamo per buona l’analisi che Luca Ricolfi fa nel suo ultimo libro “La società signorile di massa” (La Nave di Teseo) in cui spiega, tra le altre cose, come in Italia il combinato disposto di ricchezza accumulata, alte percentuali di inoccupati e giovani NEET (“Neither in Employment nor in Education or Training”), scarsa natalità e rapido invecchiamento della popolazione, porti a una condizione di apparente benessere generalizzato sostanzialmente dovuta alla presenza di immigrati sottopagati e alle attese di eredità di una parte importante della popolazione più giovane. Ricolfi, nel suo libro, porta l’esempio di un trentenne, Jacopo, che non trovando niente di adeguato ai suoi studi e aspirazioni passa da un lavoretto all’altro e nel frattempo gode delle possibilità che gli danno i genitori di bighellonare, avendo a disposizione un pochino di soldi e tanto tempo libero. Jacopo non costruirà niente e non lascerà niente ai figli (se ne avrà mai). Ma non gli importa più di tanto perché, protetto da una bolla in cui passa il tempo tenendo un blog e postando paesaggi su Instagram, sa che presto o tardi avrà la sua (piccola) eredità e se la caverà.
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