Diamo asilo al dr. Ferguson, che si è dimesso per una questione di corna
Il virologo inglese, principale responsabile del lockdown nel Regno Unito, ha incontrato la sua amante e "messo a repentaglio il messaggio del governo sull’importanza del distanziamento sociale". Lo scienziato è diventato politico?
Signori, qua c’è una questione di corna per la quale tocca drammatizzare, in deroga a quel vecchio film francese titolato all’italiana, e quindi male (era “Domicile conjugal” di Truffaut, che noi traducemmo con un principio costituzionale non scritto, “Non drammatizziamo... è solo questione di corna”). E tocca farlo non per moralismo o seriosità da trista congiuntura globale, bensì perché l’adulterio di cui andiamo a parlare ha implicazioni sociopolitiche, socioscientifiche, sociomorali e forse pure geopolitiche (abbondiamo!). Neil Ferguson, virologo dell’Imperial College di Londra, s’è dimesso non appena è venuto fuori che, in pieno lockdown, ha incontrato più volte la sua amante, Antonia Staats, coniugata a un altro ma senza vincolo di fedeltà. E’ svincolato anche il Ferguson, giacché separato, e infatti lo scandalo non ha a che fare con l’effrazione di statuto quanto con quella del (dubbio) principio secondo il quale se predichi bene, devi razzolare bene. Ferguson è il principale responsabile del cambio di rotta degli inglesi sul lockdown, perché suo è lo studio che l’Imperial College ha fornito al governo per convincerlo a non dare retta a Boris Johnson, ovverosia alla linea aspettiamo che la pandemia passi e pazienza per chi ci resta secco.
Ora. Nel lasciare il suo incarico presso il comitato delle emergenze, Ferguson ha dichiarato: “Mi dispiace aver messo a repentaglio il messaggio del governo sull’importanza di rispettare il distanziamento sociale per contenere il virus”. Ai componenti delle nostrane unità che per tutta la fase1 si sono sentiti offesi dalle prescrizioni del governo, dal quale si sentivano trattati come infanti, ci permettiamo di segnalare che in paternalismo l’Inghilterra ha stavolta battuto l’Italia. Ma chissenefrega dei tornei internazionali. Il fatto grave di questa vicenda è che uno scienziato si dimetta perché non è stato esemplare, e tanto gli è bastato a ritenere d’aver compromesso la sua credibilità. E che età percepita avrebbe un popolo che non fuma solo e soltanto se non è fumatore il dottore che gli dimostra la certa nocività del tabacco e quindi lo esorta a non far uso di sigarette? Ferguson scemo non è, e conosce virus e Zeitgeist e quindi prima che venisse tempestato di “come osi dirci cosa dobbiamo fare se poi tu non lo fai”, s’è ritirato, mentre la sua amata ha continuato a ribadire la legittimità della loro relazione, come se stesse a un posto di blocco a via dei Fori Imperiali, e ne deduciamo quindi che il Ferguson almeno una cosa all’italiana l’ha fatta, e cioè s’è scelto un’amante intellettualmente poco impegnativa, ché già la vita è dura.
Lo Zeitgeist che Ferguson consce meglio della sua diletta è quello che va maturando negli ultimi anni, e in virtù del quale abbiamo visto dimettersi, per comportamenti non esemplari, comici, direttori, amministratori, politici. Lo scienziato è diventato politico? La domanda s’impone, visto che da settimane tutti i governi del mondo s’avvalgono di uomini di scienza per dar direttive ai propri cittadini, e sarebbe una sciagura se questo ci portasse a rispondere di sì. Ai politici è richiesta esemplarità nell’esercizio delle pubbliche funzioni, nel cui novero purtroppo alcune culture fanno rientrare anche l’attività sessuale e amatoria. Agli scienziati è invece richiesto studiare, scoprire, provare, riprovare, correggere – perché la scienza sbaglia, e mai come negli ultimi due mesi ne abbiamo avuto la prova. Il resto è colore, e se il povero Ferguson vorrà chiederci asilo, lo accoglieremo con gioia, quaggiù sotto Covid gli adulteri non si sono placati, non appena non sarà più offensivo dedicarsi anche al lato pittoresco della quarantena, vi racconteremo le migliori storie di corna da non drammatizzare che si sono avvicendate sotto il cielo del lockdown e sotto gli occhi dei certificatori. Cominceremo da quella di una ventinovenne di Rimini, che dopo aver trascorso la notte con il suo amante pachistano, ha giustificato l’assenza al marito inventandosi di aver subìto uno stupro di gruppo. Chieda asilo all’Italia, caro Ferguson, le diamo una task force, noi la capiamo veramente, ne sappiamo qualcosa, sa: cantava un nostro eccelso connazionale che “Esser civile come pesa”.
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