I no aiutano a crescere
Con il bambino Di Maio, che ogni giorno vuole un giocattolo nuovo - il ministero degli Esteri, il taglio dei parlamentari - il Pd dovrebbe adottare il metodo della pedagogista Asha Phillips
Alla prima avvisaglia di invecchiamento, quando si accorse che gli elettori non si voltavano più a guardarla con gli occhi ardenti e maliziosi di una volta, la lungimirante Democrazia cristiana convocò a Roma dall’America il principe di quelli che all’epoca si chiamavano “persuasori occulti”, lo psicologo Ernest Dichter. Fu sua l’idea dei manifesti per il ventennale del partito, nel 1963: una bionda vestita di bianco con un mazzolino di fiori nella mano guantata, e sotto la scritta “La Dc ha 20 anni”. Il seguito è noto: in tutta Italia, mani anonime aggiunsero la chiosa “è ora di fotterla”. Il Movimento cinque Stelle di anni ne ha solo dieci, appena compiuti, ed è superfluo specificare che le contromosse devono essere di altra natura. E’ questione, semmai, di psicologia infantile e di metodi educativi. Abbiamo a che fare con un caso di scuola di bambino tirannico, che pesta i piedi e vuole ogni giorno un giocattolo nuovo – il ministero degli Esteri, il taglio dei parlamentari, il processo interminabile –, e non conosco un solo prontuario pedagogico che raccomandi di accontentare in tutto e per tutto i capricci dell’infante per tenerlo a bada in attesa che cresca da sé. Eppure, mannaggia a loro, stanno adottando una variante di montessorianesimo iperbolico che i manuali di pedagogia politica ricorderanno come metodo Chamberlain-Bersani. Al Pd non basta un nuovo Dichter, si affrettino piuttosto a convocare da Londra la pedagogista Asha Phillips. Quella de “I no che aiutano a crescere”.