I due Mattei sono intercambiabili?
Renzi e Salvini si sono presentati a "Porta a Porta" vestiti uguali. Una tragedia per i futuri sceneggiatori di “2019”
Giacca blu contro giacca blu, camicia bianca contro camicia bianca, e pure le cravatte erano tutto sommato intercambiabili. Per il regista di “Porta a Porta” dev’essere stato un bel cruccio. Messo davanti a una situazione simile, neppure il grande Robert Siodmak riuscì a inventarsi granché. Era il 1946, il film si chiamava “Lo specchio scuro” e c’era la stessa attrice nel ruolo di due gemelle. L’unico modo che trovò per distinguerle fu una vistosa spilla con l’iniziale. Soluzione che al regista di “Matteo vs Matteo” era per ovvie ragioni preclusa. Fortuna che ci ha pensato Salvini, appuntandosi una spillona con Alberto da Giussano. La questione è estetica, non politica – o lo è? La nuova serie “1994” si apre immaginando il retroscena del faccia a faccia tra Berlusconi e Occhetto. Lo spin doctor Accorsi, una specie di cardinal Mazzarino di Re Silvio, gli suggerisce di presentarsi in grigio perché dà un tocco istituzionale. Occhetto si rovescia addosso il caffè poco prima di andare in onda ed è costretto a cambiare un fresco lana blu con il tragico completo marrone – o melanzana, come preferiva dire Bordin. Ma poco gl’importa: è solo un vestito. I destini si biforcano. Morale della favola: martedì il regista di “Porta a Porta” avrà avuto i suoi problemi, ma mettetevi nei panni dei futuri sceneggiatori di “2019” (da un’idea di Stefano Accorsi, va da sé) quando dovranno inventarsi com’è che quei due, il Matteo sbagliato e il Matteo meno sbagliato, hanno finito per presentarsi all’appuntamento vestiti uguali.