(Foto LaPresse)

Sottoporre le presunte "svolte moderate" al test di Poirot

Guido Vitiello

Se sono stati capaci di urlare "fottutissima zingaraccia" o di chiedere la messa in stato d'accusa del presidente, perché non dovrebbero rifarlo?

“Devi sapere una cosa, Hastings. Chi ha ucciso una volta, ucciderà ancora, e ancora, e ancora”. Se permettete, mi fido più di Hercule Poirot e della sua saggezza di moralista classico che di qualche estemporaneo opinionista sballottato dai venti dell’attualità. Ma andiamo con ordine. E’ tempo di svolte: la svolta del M5s – che, dicono, è diventato un partito beneducato, affidabile, quasi normale, con la benedizione del Corriere –, e la svolta di Salvini, che ha ripudiato l’anonima balordi di Borghi e Bagnai, ha proclamato l’ora delle decisioni irrevocabili (meglio: irreversibili) pro euro, e aspira al doppiopetto, senza neppure farselo inamidare da donna Assunta. Ora, è troppo facile ironizzare sul trasformismo, basta cercare svolta+Salvini e svolta+Di Maio e ne spuntano tre al mese, ognuna più solenne della precedente. Ma c’è un test più sicuro. Tornando a Poirot, esistono soglie che le persone decenti non osano oltrepassare; se lo fanno, vuol dire che all’occorrenza – se ubriacate dal potere o dal terrore di perderlo – ne saranno di nuovo capaci. Riuscite a immaginarvi, in qualunque circostanza, a urlare frasi come “radiamo al suolo la casa della fottutissima zingaraccia”, a invocare i pieni poteri, o a sobillare le piazze contro il presidente chiedendone la messa in stato d’accusa? Io no. Ma loro sì. Non fidiamoci di quel che giurano in tempi di bonaccia, crediamo solo a quello che sono stati capaci di fare nella tempesta. Il cielo d’Europa, del resto, è ancora saturo di elettricità.

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