Il giornalismo italiano è alla frutta
Dall'idraulico evasore in passamontagna e occhiali scuri, all'inseguimento di Davide Casaleggio per le vie di Milano: le manie della televisione italiana
30 gennaio 2014. Nella sua pièce del giovedì sera su La7, Santoro chiama in scena un ospite misterioso. Ha il volto coperto da una maschera bianca, pare sbucato dal carnevale di Venezia: è il pentito di mafia Scarantino, venuto a parlare della strage di via D’Amelio. La situazione non era seria da un pezzo, ma conservava una sua parvenza di gravità. 24 ottobre 2019, sempre su La7. Corrado Formigli, l’ex novizio dell’ordine santoriano che ora celebra la messa del giovedì, chiama a testimoniare un nasone con gli occhiali scuri e un passamontagna da brigatista. E’ un idraulico che si fa pagare in nero. Coerentemente, Luca Telese dice tutto concitato che l’evasione va combattuta con leggi speciali, come il terrorismo o la mafia. Il livello è basso, avrebbe detto Pazzaglia. 26 settembre 1995. Stefano Salvi, inviato di Striscia la Notizia, pedina un silenziosissimo Enrico Cuccia: “Signor Cuccia, lei viene considerato l’uomo più potente d’Italia... Perché non risponde?”. 2 settembre 2019. In quel bizzarro format – tra la paparazzata e lo stalking – chiamato maratona Mentana, un cronista tallona Davide Casaleggio per le vie di Milano. E’ il grande giorno del voto su Rousseau, tenta di estorcere una paroletta alla nuova eminenza grigia. Ora, ognuno ha le sue manie, e io ripenso all’inseguimento in decrescendo di “Caccia al ladro” di Hitchcock, dove Grace Kelly al volante prima deve schivare un pullman sbucato da una curva, poi una vecchina che attraversa la strada, infine un pollo. Ecco, siamo al pollo.