L'apocalisse sanitaria è una rivelazione del potere italiano
E' sempre più evidente il circolo vizioso per cui, a misura che cresce l’anarchia dei governanti, si pretende l’obbedienza dei governati
Ai bei tempi in cui si riuniva ancora il Parlamento, il neodeputato Leonardo Sciascia chiese per la prima volta la parola. Era il 1979 – sotto ferragosto, per giunta. La campagna elettorale, esordì Sciascia, ha avuto al centro il tema dell’ingovernabilità: “In realtà, questo paese è invece il più governabile che esista al mondo. Le sue capacità di adattamento e di assuefazione, di pazienza e persino di rassegnazione sono inesauribili. Basta viaggiare in treno o in aereo, entrare in un ospedale, in un qualsiasi ufficio pubblico, avere insomma bisogno di qualcosa che abbia a che fare con il governo dello Stato, con la sua amministrazione, per accorgersi fino a che punto del peggio sia governabile questo paese, e quanto invece siano ingovernabili coloro che nei governi lo reggono”. E’ la cronaca di questi giorni: agli italiani si chiede – e per lo più si ottiene – di seguire con disciplina gli ordini provvisori e contraddittori e aleatori che provengono da una catena di comando indisciplinata, se non da più catene di comando concorrenti. Un proclama recente del nostro comandante Analfa, Luigi Di Maio, esprime con candida dabbenaggine il circolo vizioso per cui, a misura che cresce l’anarchia dei governanti, si pretende l’obbedienza dei governati: “Dobbiamo rispettare le regole e più qualcuno sarà irresponsabile, più metteremo altre norme ferree e stringenti”. Dove si capisce quanto sia falso che nulla sarà più come prima. Al contrario, tutto sarà come è sempre stato, ma in modo iperbolico. L’apocalisse sanitaria è appunto un’apocalisse, o rivelazione, del potere italiano.