Zingaretti, l'Italia e l'Italietta
Un paese senza sviluppo sogna oggi di farsi laboratorio di un nuovo modello di sviluppo. Esiste qualcosa di più angusto e di più tronfio, in una parola di più provinciale?
L’Italia è un’espressione geografica, l’Italietta un’espressione ideologica. La prima è una penisola bagnata dal Mediterraneo e delimitata a nord dalla catena delle Alpi; la seconda è più difficile da segnare sulle mappe (ideologi di tutte le sponde hanno lambito quel diminutivo spregiativo), sappiamo però che è collocata in provincia, e che in quanto tale è dominata da una mentalità angusta e tronfia. Ieri il piccolo timoniere Zingaretti, dando la rotta al Pd e al governo, l’ha indicata come terra da lasciarsi alle spalle. La pandemia ci ha messi a un bivio, ha detto il segretario. Una strada porta appunto all’Italietta, dove si vivacchia e si rattoppa il rattoppabile; l’altra conduce alla Nuova Italia, e richiede di pensare in grande. Qui l’eloquenza zingarettiana ha preso il volo, e io ho perso il filo – ricordo solo parole come “nanotecnologia” e “nuovo modello di sviluppo”. Bivio? A me sembra un’unica strada, la solita, la scorciatoia dell’elusione retorico-idealistica della realtà. Sopravviviamo più o meno onorevolmente di espedienti, rappezzi e pateracchi che riflettono la nostra frastagliata geografia politica, ma a quanto pare questo non ci basta. Come la Magnani in “Bellissima”, andiamo molto fieri dei nostri sgorbietti, così fieri che pretendiamo di indicare il futuro agli altri (il vertice comico fu l’Ulivo mondiale). E così, un paese senza sviluppo sogna oggi di farsi laboratorio di un nuovo modello di sviluppo. Esiste qualcosa di più angusto e di più tronfio, in una parola di più provinciale? Popolo di navigatori! Baciamo la terra e piantiamo la bandiera: abbiamo raggiunto l’Italietta.