Il Bi e il Ba

Affabile e cerimonioso come uno studente di plastica. Ma è il premier

Guido Vitiello

Sembra un addetto alle vendite, ti confonde con un'antilingua ministeriale tra l'ovvio e l'ottuso: appena parla Giuseppe Conte cambio canale

Ce n’è uno per ogni appello d’esame, ed è l’incontro più perturbante che possa capitare a un docente. Affabile, cerimonioso, di solito si presenta in giacca, una cartellina sotto il braccio, l’aria inamidata dell’addetto alle vendite o del tirocinante di una professione. Risponde senza esitazione a tutte le tue domande – ed è qui che casca l’asino. O meglio, è qui che non casca. Fosse asino, cascherebbe subito.

 

E invece nelle sue risposte, circonfuse da una nebbia di antilingua ministeriale e di anglicismi aziendali, spuntano le parole giuste, quelle che ti aspetteresti dallo studente che ha studiato; ma formano costellazioni ambigue, che stanno tra l’ovvio e l’ottuso. Non capisci se abbia capito, se le sue continue ellissi, reticenze, preterizioni, tutta la cattedrale dei non detti insomma, poggi su un terreno di comprensione comune, a cui la sua affabilità sembra ammiccare (ti tratta infatti da collega più che da docente), o se invece sprofondi nelle sabbie mobili dell’imbecillità.

 

E tu sei lì che tentenni, che protrai l’esame oltre la durata ragionevole nella speranza che la sibilla in blazer sciolga il suo ibis redibis, ma niente: il dénouement non arriva, quello che hai davanti potrebbe essere o non essere un asino, e sulle terga di questo asino di Schrödinger appendi, alla cieca, la coda di un voto qualunque, pur di metter fine al supplizio.

 

Perché è riuscito, in quella mezz’ora, a insinuarti il dubbio di essere tu stesso un bluff, e hai il terrore di specchiarti ancora in quel suo sorriso affabile, di scrutare nell’abisso di quella cartellina da commesso viaggiatore e pescarci il tuo doppio. Per tutte queste ragioni, appena parla Giuseppe Conte cambio canale.

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