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il bi e il ba

Trump è nudo

Guido Vitiello

Secondo il politologo Felix Heidenreich, il tycoon non fa nulla per nascondere le sue menzogne e le sue pulsioni. “L’atto di rivelare non mira solo a mostrare, ma a convincere, impressionare e forse anche a spaventare”. E spaventa ancora di più, in tempi di elezioni

Se la civiltà umana ha inizio con la foglia di fico, il gesto con cui Adamo prende coscienza del peccato originale, non c’è da meravigliarsi che la barbarie si annunci con le pudenda allegramente al vento. In un appunto di diario del 29 ottobre 1838, Søren Kierkegaard osservava che le fazioni più esaltate hanno di solito la smania di mostrarsi in négligé, e portava due esempi, uno religioso (gli adamiti) e uno politico (i sanculotti). Il filosofo Hans Blumenberg menzionava questa pagina di Kierkegaard ricostruendo le vicende di una metafora essenziale nella storia del pensiero, quella della “nuda verità”. Prima che il lettore si spazientisca e sospetti che io lo stia portando a spasso per libri oziosi in giorni così concitati: sì, qui si parla di elezioni americane.

 

 

Perché il politologo Felix Heidenreich, in un libro uscito pochi giorni fa (“Politische Metaphorologie”, J. B. Metzler Verlag), ha provato ad aggiornare la lezione di Blumenberg sostenendo che Donald Trump ci ha messi di fronte a una nuova figura, quella della “nuda falsità”. In altre parole, non fa nulla per nascondere le sue menzogne e le sue pulsioni, e questa pubblica esibizione di cose un tempo protette dalla foglia di fico delle buone maniere istituzionali o degli arcana imperii ha un effetto spiazzante ma anche abbagliante: “L’atto di rivelare non mira solo a mostrare, ma a convincere, impressionare e forse anche a spaventare”.

 

Mi ha ricordato un breve saggio dello psicanalista Sándor Ferenczi sulla nudità come mezzo di intimidazione, e su una madre che si mostrava al figlio per terrorizzarlo. Non so voi, ma io un po’ tremo.