il bi e il ba
Donald Trump e il solipsismo collettivo
Anne Applebaum scrive sull’Atlantic che “il presidente, il Partito repubblicano e la sua macchina propagandistica stanno tentando di creare collettivamente un’immagine del mondo del tutto falsa". Mi è tornato in mente Orwell e il suo "1984"
Ce l’ho sulla punta della lingua. Qual era quella parola filosofica? C’è poco da fare, la metafisica non è il mio forte. Anne Applebaum ha appena scritto sull’Atlantic che in quest’anno elettorale gli Stati Uniti stanno facendo i conti con qualcosa di interamente nuovo, che è necessario osservare da vicino: “Il presidente, il Partito repubblicano e la sua macchina propagandistica stanno tentando di creare collettivamente un’immagine del mondo del tutto falsa. Non è solo questione di wishful thinking o di qualche bugia bianca”. Quelli sono espedienti antichi quanto la politica. No, stavolta si tratta di fantasie inventate di sana pianta – sulle elezioni, la pandemia, i morti, l’economia, il clima, le proteste, l’immagine americana nel mondo – ripetute tutti i giorni e a tutte le ore dai canali ufficiali e ufficiosi della propaganda trumpiana. Inevitabilmente, ne conclude, questo avrà un effetto sulla mente delle persone. E allora, qual era quella parola?
Applebaum ha dedicato anni di studi al totalitarismo sovietico, e non può non ricordare quella pagina di “1984” in cui l’altissimo funzionario O’Brien espone a Winston, ormai prigioniero, la gnoseologia del nuovo potere, in base alla quale, non esistendo nulla di oggettivo al di fuori della coscienza umana, la mente del partito può foggiare liberamente qualunque realtà. Anche l’eroe di Orwell, a quel punto, ce l’ha sulla punta della lingua, ma O’Brien lo aiuta: “Te lo ripeto, Winston”, gli dice, “la metafisica non è il tuo forte. La parola che stai cercando è ‘solipsismo’. Ma ti sbagli. Questo non è solipsismo. Semmai, solipsismo collettivo”. Eureka!