(foto d'archivio Ansa)

Il Bi e il Ba

I weekend della resipiscenza

Guido Vitiello

Il sabato e la domenica non leggo i giornali e devo constatare che ho immediati benefici: poi però il lunedì vengo risucchiato in quel dedalo d'inchiostro che ha tutti contorni dell'incubo

Lo Stephen Dedalus di Joyce aspirava a svegliarsi dall’incubo della storia; per parte mia, più modestamente, tento di riscuotermi dal sogno sgangherato delle cronache. Il sabato e la domenica, per profilassi spirituale, non leggo neppure un trafiletto, e devo constatare che ne ho immediati benefici. Non dico che le cose di questo mondo riprendano di colpo ad avere un senso e una direzione riconoscibile, ma quanto meno la mia mente non collude con la loro insensatezza, non si invischia nel delirio. Poi, come per sortilegio, ogni lunedì vengo risucchiato in quel dedalo d’inchiostro che ha tutti i contorni dell’incubo: personaggi che cambiano repentinamente nome, forma e posizione, mete che sembravano vicine e che si allontanano come un miraggio, frasi prive di ogni logica che per il tempo che dura il sogno sembrano perfettamente ragionevoli.

 

Nello spirito del sognatore, diceva Coleridge, la facoltà comparativa è sospesa, e con essa il giudizio: non abbiamo una pietra di paragone per discernere il vero dal falso, il sensato dall’assurdo. E così, anche questo lunedì torno a seguire con salutare sconcerto il dibattito italiano sul Mes. Mentre scrivo queste righe, mi appare ancora come l’equivalente politico degli orologi molli di Dalì. Ma domani, dannazione, mi suonerà quasi normale, il mercoledì soppeserò i pro e i contro, il giovedì mi perderò tra gli editoriali, i retroscena e le interviste, il venerdì commetterò l’imprudenza fatale di prender parte e di accalorarmi. Fino al sabato della resipiscenza, quando di colpo mi ricorderò che il M5s è un incubo da cui non ci siamo ancora svegliati.

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