Il Bi e il Ba
L'ostracismo dell'antica Atene per fermare i demagoghi
Nei prossimi anni la politica dovrà, più del solito, domare gli incendi eversivi e sorvegliare le maree trumpiane. Servirà individuare valvole di sfogo che impediscano l’impazzimento dei sistemi istituzionali
Come può uno spoglio arginare il male? E infatti, anche dopo che i voti decisivi della Pennsylvania, ammonticchiati pazientemente l’uno sull’altro, hanno dato l’illusione di formare una diga invalicabile a difesa della democrazia americana, la marea eversiva trumpiana ha continuato a salire, a furoreggiare, a distruggere. Si prepara a farlo ancora. Con quali mezzi arginarla? E’ una domanda che dovremo farci spesso, nei prossimi anni in cui l’arte politica consisterà, più del solito, nel sorvegliare i livelli di marea, far rientrare i picchi anomali della febbre collettiva, domare gli incendi demagogici, individuare valvole di sfogo che impediscano l’impazzimento dei sistemi istituzionali. Le nostre società polarizzate sembrano strutturalmente predisposte a riproporre, a cicli più o meno prevedibili, una “ascensione agli estremi” che richiede qualche meccanismo di regolazione. In breve – e lo dico da nemico giurato dell’emergenzialismo e della sua retorica – quel che vedo prospettarsi è uno stato di emergenza ricorrente in cui ci si salva più o meno per il rotto della cuffia, fino al giorno in cui non ci si salva più. Quella che chiamiamo crisi politica sarà, semplicemente, la politica. E’ interessante notare quanti commentatori americani hanno evocato in questi anni, con maggiore o minore ironia, l’ostracismo dell’antica Atene, di cui l’impeachment è un lontano e più macchinoso erede. Per impedire ai demagoghi di distruggere le istituzioni democratiche, li si allontana dalla vita pubblica per un po’, finché gli animi non si sono raffreddati. Nell’antica Grecia era un esilio di dieci anni, nell’agorà elettronica si comincia con un ban di dieci giorni.