Matteo Renzi (foto Ansa) 

Il Bi e il Ba

Matteo Renzi, tra elogio funebre e Marcolino d'oro

Guido Vitiello

Dopo aver fatto deragliare il treno gialloverde, il leader di Italia viva (o morta) ci riprova con la "mossa del cavillo", una manovra che può valere il premio più ambito. Oppure un funerale

Non sono venuto a far l’elogio di Renzi, ma nemmeno a seppellirlo: dipende. Prima però parliamo di viaggi. Con le pazze elezioni del 2018 ci siamo comprati due biglietti per il suicidio civile – uno diretto in Ungheria, l’altro in Venezuela. Per un anno la corsa è stata unica, a bordo del treno gialloverde. Poi il macchinista più energico ha provato a prendere il comando, e ad accelerare sulla rotta magiara: Renzi lo ha fatto deragliare a un passo dallo scambio ferroviario. Ci siamo così immessi sulla rotta venezuelana, altrettanto perniciosa, ma più lenta (si sa, i viaggi via nave…). Quando il tratto di mare alle nostre spalle cominciava ad allargarsi troppo, rischiando di farci perdere l’ultimo vaporetto di ritorno sulle sponde del primo mondo, Renzi ha tentato un secondo ammutinamento. La crisi “che gli italiani non capirebbero” io me la spiego con il ricordo di un’altra manovra apparentemente astrusa: la mozione di sfiducia che nell’inverno del 1993 Marco Pannella presentò contro il governo Ciampi per arrivare, pensate un po’, a un Ciampi bis. La motivò in vari modi, ma lo scopo era chiaro: guadagnare tempo, evitando che si andasse al voto sotto la sferza mediatico-giudiziaria di Mani Pulite.

 

 

Quella mossa contorta di un leader dell’uno per cento rallentò la marcia della gioiosa macchina da guerra di Occhetto-Borrelli, giusto il tempo di piazzare la mina berlusconiana. Ora, Renzi (purtroppo) somiglia pochissimo a Pannella, salvo che per una cosa: il senso predatorio dell’opportunità. Perciò faccio un annuncio: se alla fine di questo casino ci avrà tolto dalle scatole personaggi come Casalino, gli consegno il Marcolino di Bronzo; se squarcia la ragnatela che Bettini e compagni stanno tessendo per invischiare le quattro mosche superstiti della sinistra liberale, il Marcolino d’Argento; se questa cervellotica “mossa del cavillo” ci darà un governo all’altezza della situazione, e dopo averci salvato dall’orbanizzazione allontanerà lo spettro della madurizzazione, il premio dovuto è il Marcolino d’Oro. Se invece si arriva a un Conte tris fotocopia del Conte bis, ci toccherà fare l’elogio funebre. Per Italia Morta.

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