Il Bi e il Ba
Balsamo di Draghi
La misura e i contenuti delle parole del nuovo premier al Senato dovrebbero indurci a posare le armi del duello retorico. A partire dai social
L’ultimo tweet è come l’ultima sigaretta di Zeno, dunque guardatevi bene dal prendermi sul serio. Ma avete ascoltato il discorso di Draghi? Vi ha lasciato con la voglia di bisticciare ancora? L’effetto balsamico della tregua nazionale – che non significa annullare i conflitti, anzi, è semmai un modo per rimetterli sul binario laico e tollerante della politica, dopo anni di deragliamento doloso – dovrebbe consigliare a noi tutti di ritirarci per un po’ da quel gallodromo aperto giorno e notte dove ci si becca a colpi di mezzucci eristici tra l’incitamento degli scommettitori, delle bande rivali e dei perditempo, e dove l’unica cosa che conta è averla vinta. Nei suoi anni a Londra e a New York, Gaetano Salvemini si trovò spesso a sfidare i propagandisti del fascismo nei “debates”, duelli retorici all’ultimo sangue per persuadere e intrattenere un uditorio. Ne uscì nauseato, come racconta nelle Memorie di un fuoruscito: “Dovevo eliminare argomenti, che mi sembravano eccellenti, ma erano difficili o lunghi a spiegare, e preferire argomenti mediocri, ma facili per chi parla ad essere presentati, e per chi ascolta ad essere capiti, specialmente se chi deve capirli si trova in istato di digestione. Genere letterario immorale e demoralizzante, di cui mi vergognavo mentre vi partecipavo. Dopo di allora non volli più saperne”. U.T., ultimo tweet.