Il Bi e il Ba
Da accusatori ad accusati, nel vero spirito di Rousseau
Morra, Scanzi, Boldrini e Gratteri: non semplici utenti ma epigoni di quella che è diventata la piattaforma del M5s. Nello spirito del filosofo
Quattro casi esemplari degli ultimi giorni – Morra, Scanzi, Boldrini, Gratteri – mostrano cosa accade quando personaggi che hanno costruito la propria immagine sulla postura degli accusatori si ritrovano di punto in bianco nei panni degli accusati. Non è un bello spettacolo, ma non è neppure nuovo. Un saggio di Jean Starobinski (in “Accusare e sedurre”) ne individua il capostipite: Rousseau. Il tenero Gian Giacomo sa recitare solo due parti, l’accusatore e l’accusato, ed è intrappolato in questa antinomia esistenziale. Si presenta sulla scena come paladino dell’“indignazione della virtù”, ma quando la collera morale rischia di ritorcerglisi contro, ecco che si cambia in fretta d’abito e torna sul palco nelle vesti dell’uomo ingiustamente accusato dagli intriganti.
Queste fulminee commutazioni sono il corollario della sua ossessione per la purezza: se il male si può comprimere in una palla, una palla avvelenata, questa palla la si può solo scagliare o schivare, per poi rigettarla su chi ha tentato di colpirti. La “radicalizzazione psicopatica del rapporto con il resto dell’umanità”, dice Starobinski, farà scuola, e con la Rivoluzione il destino individuale di Rousseau si replicherà su scala macroscopica. Ci resta in eredità un vasto piazzale su cui giocare a palla avvelenata con le accuse e le controaccuse. Ed è questa, a pensarci, la vera piattaforma Rousseau.