il bi e il ba
La metafora fallica nella sfida tra Biden e Trump
Analisti che fino al giorno prima fustigavano l’assertività mascolina oggi chiedono un passo indietro del candidato democratico, ricordando che le presidenziali sono un incontro di boxe
Scrive Massimo Recalcati su Repubblica che il caso Biden “dovrebbe spingerci a pensare a forme femminili della leadership dove l’ingombro fallico non offuschi la visione”. Con rispetto parlando, ho notizia di falli così grandi da impacciare la motilità, ma per ostruire la visuale ci vuole altro, servirebbero centimetrature da falloforia greca. Sennonché, evidentemente, la frase non va presa alla lettera: è poesia. La metafora me ne ricorda un’altra più concettosa e barocca, la piccola gemma epigrammatica che Mario Mieli incastonò negli “Elementi di critica omosessuale”, rivolta allo psicoanalista Franco Fornari: “Evidentemente, il fallo nel cervello impedisce al maschio eterosessuale di vedere oltre il proprio uccello: per questo l’attuale società è retta da coglioni”. Fin qui per la parte filologica; ora veniamo all’attualità, dove il problema è semmai che Donald Trump se ne sta – e qui cito Diderot – “come un maestoso cazzo tra due coglioni”, mentre Biden a tutto fa pensare fuorché a un nuovo Priapo, semmai evoca il Re Pescatore ferito all’inguine in mezzo a un regno in rovina, in attesa di un cavaliere che lo risani. Non sono divagazioni letterarie, le mie, ma una trascrizione quasi notarile del sottotesto mitologico che si lascia captare in questi giorni nei media americani; dove analisti che fino al giorno prima fustigavano l’assertività mascolina – tossica per definizione – oggi ricordano che le presidenziali sono un incontro di boxe, e che serve un pugile, o una pugilessa non meno agguerrita, in grado di stendere al tappeto l’avversario.