"Fuga per la vittoria" di John Huston, 1981

il bi e il ba

Quei commenti sulla partita del cuore che fanno venire in mente "Fuga per la vittoria"

Guido Vitiello

Alessandro Robecchi: “Con quelli non si beve neanche un caffè”. Paolo Berizzi: non si gioca a pallone con “gente che manganella dentro e fuori la rete”. Ed è subito il film sulla partita della morte del 1942 tra ufficiali tedeschi e giocatori ucraini

A volte mi domando se non ho visto i film sbagliati. Quando scoppiò lo scandalo del Bunga bunga, per esempio, la stampa antiberlusconiana evocò “La caduta degli dèi” di Visconti, “Z – L’orgia del potere” di Costa-Gavras, “Salò” di Pasolini, perfino “La caduta” di Hirschbiegel, con Hitler trincerato nella stanza del bunker – bunker senza nemmeno un palo da lap dance. Io, più modestamente, avevo pensato a un film con Lando Buzzanca, “All’onorevole piacciono le donne”. Beh, vivi e impara. La mia cattiva memoria cinematografica mi ha giocato un altro scherzo mercoledì, mentre guardavo la partita del cuore tra politici e cantanti. A me sembrava un rifacimento scadente della partitella tra scapoli e ammogliati organizzata dal ragionier Filini nel primo “Fantozzi”, e l’unico commento che mi è venuto in mente è stato “quando Conte vede Putin sulla traversa della porta è segno che la tragedia sta per finire”. La chiave tragicomica era stata oltretutto sanzionata da La Russa, che a bordo campo aveva citato il cinque-cinque-cinque di Oronzo Canà nell’“Allenatore nel pallone”. Sbagliavo anche stavolta. Alessandro Robecchi (“con quelli non si beve neanche un caffè”) e Paolo Berizzi (non si gioca a pallone con “gente che manganella dentro e fuori la rete”) mi hanno fatto capire che il paragone più pertinente era con “Fuga per la vittoria”, il film sulla partita della morte del 1942 tra ufficiali tedeschi e giocatori ucraini, e solo perché nessuno ha osato ancora filmare il famigerato scontro calcistico tra SS e Sonderkommando nel cortile del crematorio di Auschwitz. Ma ho un piano per la mia rieducazione. Due giorni e due notti consecutive a visionare ininterrottamente a rotazione “Schindler’s List”, “Shoah” e “La vita è bella”. In ginocchio sui ceci. Così la prossima volta ho le traveggole anch’io.

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