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Il bi e il ba

Le realtà indicibili dietro il velo delle apparenze

Guido Vitiello

La fine delle ideologie, troppe informazioni e cospirazionismo. Nell'era dell'irrazionalità, i demoni li creaimo noi stessi

Bisogna guizzar fuori dalla boccia per accorgersene, ma una volta all’asciutto diventa fin troppo chiaro: “I cospirazionisti della destra reazionaria e i progressisti della sinistra woke nuotano nello stesso acquario”. Così Mattia Ferraresi nelle prime pagine del suo nuovo libro, I demoni della mente (Mondadori). L’acquario comune è la convinzione che il velo delle apparenze nasconda realtà indicibili, e che dal sonno dell’illusione ci si possa riscuotere seguendo una “epistemologia dietrologica”. Non ci chiediamo mai, come Lucio Dalla sulle prime note di Cara, “cosa ho davanti?”, ma sempre “cosa c’è dietro?”. Più che per opposti estremismi, Ferraresi procede sui binari delle vite parallele: i seguaci di Donald Trump e i seguaci di Taylor Swift, i deliri di Alex Jones e i deliri di Gwyneth Paltrow. Il gioco funziona benissimo. Viviamo, conclude, in tempi iper-razionali (perché il complotto è un abuso della ragione) e totalmente irragionevoli. Come mai? Ferraresi se lo spiega con la sequela di disillusioni – politiche, economiche, scientifiche – che ci hanno reso diffidenti verso tutto. Io mi do un’altra spiegazione, che vi sottopongo nella forma di un teorema un po’ rozzo: a) lo stile paranoide è la scorciatoia che la nostra mente imbocca quando deve organizzare un grande numero di informazioni; b) le ideologie e le “grandi narrazioni” erano, per dirla con Stendhal, paranoia “cristallizzata”; c) crollate le ideologie, la paranoia è tornata allo stato fluido; d) nel frattempo, il flusso di informazioni non gerarchizzate si è centuplicato; e) incliniamo tutti al cospirazionismo o tentiamo di resuscitare le ideologie estinte, e i demoni della mente convocano nelle nostre teste un festino che neppure a Gerasa. Q.E.D.

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