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E se la taglia sui mangiatori di gatti segnasse la fine ultima del trumpismo?

Guido Vitiello

Christopher Rufo, giovane consigliere del governatore della Florida Ron DeSantis, scrive su X: cinquemila dollari per chi porterà prove che i migranti haitiani a Springfield, Ohio, mangiano effettivamente gatti. E precisa: "Per favore, non mangiate gatti"

C’è la storia ufficiale, quella che finisce sui manuali, che è fatta di grandi date, di grandi uomini, di grandi eventi che si stagliano sulla continuità dei giorni. Ma sotto la sua superficie scorre una storia simbolica, che è fatta invece di segnali, di coincidenze, di minuzie, di enigmatiche correlazioni. Quest’ultima è del tutto aleatoria, ed è per così dire la storia vista dai poeti: quella storia in cui la scomparsa delle lucciole segna una cesura più significativa della nazionalizzazione dell’industria elettrica. Ebbene, in base alla storia ufficiale avrei detto (sbagliandomi, purtroppo) che la fine del trumpismo è stata l’assalto di Capitol Hill del 6 gennaio 2021; e magari un domani dirò che sono state le elezioni del prossimo novembre. Ma sul mio quaderno segreto annoterò un’altra data: 11 settembre 2024. Attenzione, non il 10, la data del dibattito con Kamala Harris, ma l’11, il giorno in cui Christopher Rufo, il giovane consigliere tutt’altro che sprovveduto del governatore della Florida Ron DeSantis, mette su X una taglia: cinquemila dollari per chi porterà prove che i migranti haitiani a Springfield, Ohio, mangiano effettivamente gatti, come Trump ha affermato nel duello con Harris. Le prove devono riferirsi a episodi avvenuti prima del dibattito presidenziale, quindi, precisa Rufo, “per favore, non mangiate gatti”. Da questo si deduce che secondo Rufo (che probabilmente non sbaglia) ci sono là fuori dei ferventi trumpiani pronti a cucinare il proprio gatto pur di corroborare l’ultima sparata del capo. E noi che ci lamentavamo della nipote di Mubarak.

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