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il bi e il ba

Gratti la identity politics e sotto trovi sempre tribalismo e risentimento

Guido Vitiello

Una scena dai "Sopranos" per riassumere perfettamente tutte le polemiche intorno al Columbus Day, per cui l'America ancora si spacca: grande esploratore o sterminatore di nativi americani?

Ieri negli Stati Uniti era il Columbus Day, ma era anche l’Indigenous Peoples’ Day. Solito dibattito: festeggiare, non festeggiare, chi festeggiare, perché festeggiare. E soprattutto, Colombo: grande esploratore o sterminatore di nativi americani? C’è una scena indimenticabile sul Columbus Day nella quarta stagione dei Sopranos. Dei mafiosi sono seduti nel dehors di un ristorante italiano. Uno legge una notizia dal giornale: a Newark, nel New Jersey, dei manifestanti annunciano di voler disturbare la marcia del Columbus Day “per protestare contro il ruolo di Colombo nel genocidio dei nativi d’America”. “Pensavo che Colombo fosse l’eroe dell’America”, commenta uno dei mafiosi. “No”, risponde un altro, “sono questi indiani e i comunisti del cazzo. Vogliono dipingere Colombo come un mercante di schiavi invece che un esploratore”. “Sai cos’è?”, dice un altro ancora, “Te lo dico io cos’è. E’ discriminazione antiitaliana. Il Columbus Day è un giorno di orgoglio italiano. E’ la nostra festa, e loro vogliono portarla via”. E un altro ancora: “A me Colombo non è mai piaciuto. A Napoli, tanta gente non sopporta Colombo perché era di Genova”. “Qual è il problema di Genova?”. “Il nord Italia ha sempre i soldi e il potere. Puniscono il sud da centinaia di anni. Anche oggi, ci guardano come se fossimo dei contadini. Odio il nord”. Era il 2002, non si era ancora visto quasi niente, ma la mafia italoamericana già ci dava uno splendido esempio di cos’è e come funziona la identity politics vittimistica: una volta che la depuri dai pretenziosi gerghi accademici, sotto trovi la solita accoppiata micidiale: tribalismo e risentimento.

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